Convegni e seminari – Pagina 23 – Fondazione Giorgio Cini

I seminari dell’IISMC: musiche (e musicologie) del XXI secolo – Micromusics and macromusics

Foto di Lynda Roti (2015). Nell’immagine il Lightbulb Ensemble mentre suona “Mikrokosma” (composizione di Wayne Vitale e Brian Baumbusch).

Micromusics and macromusics

Il tradizionale appuntamento di riflessione scientifica che caratterizza ogni anno, a fine gennaio, l’attività dell’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati, dopo trent’anni, cambia nome:
I seminari dell’IISMC: musiche (e musicologie) del XXI secolo.

Questa denominazione, che abbandona il termine etnomusicologia, intende misurarsi a tutto campo con le culture e le pratiche musicali contemporanee nella prospettiva comparativa propria dell’Istituto. L’ambizione è di interpretare gli attuali e complessi fenomeni della creatività musicale e della circolazione della musica su scala interculturale, allargando gli orizzonti di una disciplina, l’etnomusicologia, che si propone di studiare i processi musicali contemporanei a livello globale.

Quest’anno tema specifico del seminario sarà una rifl essione sui concetti di micromusic e macromusic in una prospettiva che metta a confronto pratiche musicali che si sviluppano attraverso specifiche microcomunità nelle società complesse (che possono essere legate a un luogo particolare, ma anche del tutto delocalizzate e agire sul web) e processi di globalizzazione sonora e musicale a livello transnazionale.

Al seminario parteciperanno autorevoli studiosi internazionali di etnomusicologia ma anche compositori e musicisti provenienti da diversi ambiti: tradizioni musicali asiatiche, musica contemporanea euro-americana, jazz, in un confronto volto a comprendere i complessi processi di sviluppo, trasformazione e incontro delle musiche di questo nuovo secolo.

Il seminario è aperto al pubblico.

 

Programma

Giovedì 28 gennaio 2016

  •   9.30 – 10.00 Giovanni Giurati (Università di Roma “La Sapienza”) Saluti introduttivi
  • 10.00 – 12.30 Mark Slobin (Wesleyan University) Micromusics on the move
  • 14.30 – 16.30 Serena Facci, Alessandro Cosentino, Vanna Crupi ( Università di Roma “Tor Vergata”) “E stasera vado anche dal Papa”. Microcoralità per la Settimana Santa nella Roma transculturale

 

Venerdì 29 gennaio 2016

  •   9.30 – 12.30 Wayne Vitale (compositore e ricercatore indipendente) The Lightbulb Ensemble: Strange Shades of Musical Light, seguito da una conversazione-intervista con Giovanni Giurati
  • 14.30 – 16.30 Thomas Porcello (Vassar University) Macrosound, Macrosonics: A Global Studio Aesthetics?

 

Sabato 30 gennaio 2016

  • 9.30 – 11.30 Maurizio Agamennone (Università di Firenze) e Giovanni De Zorzi (Università di Venezia Cà Foscari) Un probabile processo di micro-music? Il duduk come icona di “esotico” e “antico” nella recente musica per il cinema
  • 11.30 – 13.00 Discussione finale, coordinata da Francesco Giannattasio (Università di Roma “La Sapienza”)

Discussant: Giorgio Adamo (Università di Roma “Tor Vergata”)

 

Programma scaricabile:

Micromusics and Macromusics

 

Per ulteriori informazioni: musica.comparata@cini.it | t. 041 2710357

I compositori italiani e il cinema: 1945-1975

Nino Rota, 8 ½. Colonna sonora originale del film omonimo, LP, CAM 1963, copertina.
Fondo Nino Rota, Fondazione Giorgio Cini, Venezia.


Seminario organizzato da
Gianmario Borio, Roberto Calabretto

Gli anni che vanno dal 1945 al 1975 rappresentano uno snodo centrale non solo nella storia del cinema italiano ma anche in quella della composizione per il cinema. Nell’arco di un trentennio cambiano le tipologie e mutano anche le funzioni della colonna sonora. Questi anni sono dominati da personalità come Nino Rota e Giovanni Fusco, voci del cinema di Federico Fellini e Michelangelo Antonioni e, in seguito, Ennio Morricone, indiscusso protagonista degli scenari sonori. Grazie all’operato di questi e molti altri compositori la musica per film assume dei nuovi connotati e si profila uno stile italiano anche per quanto riguarda l’intero paesaggio sonoro.

Le partiture modellate sul sinfonismo tardo ottocentesco, con il costante ricorso al bozzettismo folclorico e alle canzoni alla moda, non sono più gli indiscussi punti di riferimento dei registi; le tipologie musicali cinematografiche lentamente iniziano a mutare accogliendo al loro interno il jazz, la musica pop e addirittura il rock. Inizia a farsi strada anche un utilizzo molto accorto dei rumori, elemento di primaria importanza nella trama audiovisiva nei film di Antonioni e Sergio Leone. Le funzioni dell’accompagnamento sonoro vanno incontro a dei cambiamenti: il commento ridondante che aveva caratterizzato per lunghi anni le pellicole del cinema italiano risulta ormai essere logoro ed anacronistico. Compositori e registi ora propendono verso partiture che siano in grado di dialogare realmente con le immagini, anche in situazioni di asincronismo, per far scaturire nuovi percorsi audiovisivi. «Il musicista si fa uomo di cinema – affermava Luigi Chiarini – e si lascia dietro le spalle gli schemi e il peso dell’antica tradizione della sua nobile arte per dare un libero apporto con la sua particolare sensibilità all’opera filmica, che ha un suo specifico linguaggio e in cui le singole personalità si annullano per potenziarsi in un’unica personalità».

Questo seminario si colloca nell’area di ricerca L’esperienza audiovisiva e fa parte del ciclo di manifestazioni dedicate al paesaggio sonoro del cinema italiano.

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Teatro di avanguardia e composizione sperimentale per la scena in Italia: 1950-1975

Foto di scena della prima rappresentazione di Atomtod di Giacomo Manzoni (Milano, Piccola Scala, 1965).
Foto Erio Piccagliani © Teatro alla Scala

Questo seminario, a cura di Gianmario Borio, Giordano Ferrari e Daniela Tortora, è la prima tappa di un progetto triennale – cofinanziato dalla Ernst von Siemens Musikstiftung sulle sperimentazioni nel teatro musicale europeo.

Nelle due giornate verranno presentati i risultati di ricerche condotte su compositori italiani, in un quadro articolato di elaborazione teorica e creatività artistica che per lungo tempo ebbe una funzione trainante in Europa. Ci si soffermerà sulla ricezione da parte dei compositori delle esperienze più avanzate del teatro di parola, sull’elaborazione di testi letterari e sul montaggio di testi da recitare o cantare, sulla riorganizzazione della drammaturgia e degli spazi scenici. Un particolare rilievo sarà dato alle fonti conservate presso l’Istituto per la Musica (Guaccero, Macchi, Manzoni, Togni).

Parteciperanno: Robert Adlington, Giacomo Albert, Valentina Bertolani, Stefania Bruno, Simone Caputo, Marco Cosci, Mila De Santis, Stefano Lombardi Vallauri, Alessandro Mastropietro, Vincenzina Ottomano, Doerte Schmidt, Emanuele Senici, Valentina Valentini e Giada Viviani.

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Hans-Joachim Staude e l’arte del Novecento italiano

Nell’immagine: Hans-Joachim Staude, Ragazza con chitarra, 1929. Olio su legno, cm 90 x 74, dettaglio

Hans-Joachim Staude e l’arte del Novecento italiano

Mostra (18-22 novembre 2015)
Convegno studi (18-19 novembre 2015)
a cura di Francesco Poli ed Elena Pontiggia

18 novembre 2015 inaugura sull’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia un evento dedicato al pittore Hans-Joachim Staude (Haiti 1904 – Firenze 1973), artista tedesco che si è distinto nella Firenze del ‘900, alla luce di nuove interpretazioni e dei suoi scritti inediti, organizzato dai figli JakobStaude e Angela Staude Terzani in collaborazione con la Fondazione Giorgio Cini.

Per cinque giorni la Sala Piccolo Teatro vedrà una mostra curata da Francesco Poli ed Elena Pontiggia con 27 dipinti ritratti, paesaggi, nature morte – realizzati tra il 1929 e il 1973, accompagnata da un convegno che prevede l’intervento di 11 storici d’arte italiani e stranieri (18 e 19 novembre), per approfondire le ricerche che hanno fatto riscoprire l’importanza di questo pittore nell’arte italiana del ‘900.

Mentre gli anni recenti hanno visto un recupero del Ritorno all’ordine, a cui anche Staude, sia pure in modo autonomo e con particolari specificità, si può avvicinare, la sua figura è rimasta fuori da questo insieme di ricerche. E questa è certamente una perdita – non solo per il giusto riconoscimento dell’opera dell’artista, ma anche per la conoscenza del panorama complessivo dell’epoca.

L’esposizione retrospettiva che si intende realizzare si propone di indagare anche questo aspetto, ricollocando meglio Staude nell’ambito del suo tempo. Saranno esposte circa ventisette opere, tra le più significative dei diversi periodi della sua produzione creativa. Si farà riferimento alle precedenti mostre (in particolare a quella molto importante al Palazzo Pitti di Firenze), ma ampliando l’analisi del linguaggio pittorico e documentando (attraverso scritti dell’autore e testimonianze inedite) il background teorico e culturale dell’artista.
Momento centrale della mostra sarà un convegno con la partecipazione dei maggiori studiosi del periodo.

Catalogo della mostra, programma del convegno e altri materiali si possono scaricare qui:


 

Hans-Joachim Staude (1904 –1973) nato a Port-au-Prince (Haiti) da genitori tedeschi, si forma ad Amburgo, dove nel 1918 vede la prima grande mostra di Munch. Subito dopo entra in contatto con l’Espressionismo tedesco della “Brücke” e in particolare con Schmidt-Rottluff .
La sua ricerca è segnata in questo periodo da una sottile dimensione introspettiva e da una forte ispirazione filosofi ca. Nel 1920 decide di dedicarsi alla pittura e due anni più tardi abbandona l’Espressionismo. Nel 1925, dopo un periodo trascorso ad Amburgo, parte per Firenze e negli anni successivi si divide tra la città toscana, Amburgo stessa e Parigi. Nel 1929 si stabilisce defi nitivamente a Firenze, dove lavora tutta la vita, avvicinandosi alla “moderna classicità” dell’arte italiana fra le due guerre. Pittore tedesco tra i più interessanti – e in un certo senso “eccentrici” – della sua generazione, la sua opera viene ora esaminata a fondo, puntando su uno studio criticamente più puntuale della sua stretta connessione con la pittura del Novecento italiano: da Ardengo Soffi ci a Felice Carena, nel quadro del classicismo moderno dell’arte europea fra le due guerre.

Un rapporto profondo, che rende l’artista uno dei più ‘italiani’ fra i pittori tedeschi del XX secolo.

 

Elena Povoledo: Illusione scenica e pratica teatrale

Il Convegno intende ricordare la figura di Elena Povoledo, importante studiosa di teatro di cui il Centro Studi Teatro ha recentemente acquisito, su donazione dei nipoti, la biblioteca e l’intero archivio. Elena Povoledo, in ambito italiano, è stata una pioniera nello studio del rapporto tra le arti figurative e lo spettacolo, avendo svolto una lunga e variegata attività di ricerca sui temi della storia del teatro, della scenografia, dell’architettura teatrale e dell’iconografi a. È stata una dei docenti più amati dell’Accademia d’Arte Drammatica Silvio d’Amico di Roma, capo redattore e curatore dell’apparato iconografico dell’intera Enciclopedia dello Spettacolo e autorevole collaboratrice della Fondazione Giorgio Cini per le mostre di argomento teatrale allestite negli anni Sessanta e Settanta. Gli interventi saranno principalmente incentrati sui temi da lei approfonditi nel corso della sua carriera, dal teatro rinascimentale a quello barocco e settecentesco.

Uno spazio sarà dedicato alla scenografia del secondo Novecento, ambito che l’ha vista intrattenere rapporti diretti con molti artisti del settore.

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DISEGNI TEATRALI DELLA COLLEZIONE ELENA POVOLEDO

In occasione del Convegno sarà allestita, all’interno della sala espositiva della Biblioteca della Manica Lunga, una mostra che ospiterà figurini e bozzetti originali appartenenti alla Collezione Elena Povoledo. Saranno esposti, tra gli altri, materiali di Boris Bilinsky, Ludovico Burnacini, Alexandra Exter, Emanuele Luzzati, Pier Luigi Pizzi, Gianni Polidori. Si ringrazia la famiglia Povoledo, in particolar modo Elisabetta, per la collaborazione alla realizzazione della mostra.

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Musica, arte e spiritualità in Asia centrale

L’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati organizza un importante appuntamento internazionale in collaborazione con Aga Khan Music Initiative (AKMI); CNRS/CETOBAC, Parigi; Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali, Università Ca’ Foscari Venezia; School of Oriental and African Studies (SOAS, University of London).

L’area centroasiatica è stata nei millenni un crocevia di genti e culture segnato da due ceppi linguistici, quello indoeuropeo e quello turco, spesso associati a due stili di vita: quello nomade e quello sedentario.

Se oggi si tende a ridurre in senso geopolitico l’area centroasiatica, limitandola alle cinque repubbliche dell’ex Unione Sovietica (Kazakhstan, Kyrgyzstan, Uzbekistan, Tajikistan e Turkmenistan) va però sottolineato come dal punto di vista culturale l’area comprenda la regione autonoma dello Xinjiang cinese, l’Afghanistan, il Kashmir, l’Iran e l’Azerbaijan; in questa più ampia area culturale le relazioni tra arti, musica e spiritualità furono un tratto ricorrente che ai curatori è sembrato utile seguire: i testi cantati nelle tradizioni di musica classica (maqām), composti dai maggiori poeti di lingua persiana e turca chagatay, risuonano di allusioni e doppi sensi di natura spirituale; dalle riunioni di “ascolto” (samâ’) dei dervisci nascono repertori che influenzano la musica d’arte così come la danza secolare; specifici spazi architettonici vengono concepiti per simili incontri; la calligrafi a di versetti coranici (o di liriche d’arte) percorre le architetture come una musica silente; le miniature ritraggono spesso convivi con musica o strumenti musicali. Applicando l’approccio interculturale tipico dell’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati, studiosi provenienti da tutto il mondo prenderanno in esame singoli casi di studio nei quali interagiscono arti, musica e spiritualità in area centroasiatica, e sembra notevole che questo avvenga proprio a Venezia, per secoli snodo delle vie carovaniere che partivano o arrivavano da quel mondo lontano ma assolutamente vicino. Il convegno è a cura di Anna Contadini, Giovanni De Zorzi, Rachel Harris, Alexandre Papas.

Scarica il programma del convegno.

Sabato 31 ottobre alle ore 18, il convegno si conclude con un concerto dell’Ensemble Badakhshan, proveniente dall’altopiano del Pamir, Tagjikistan. Ingresso libero fino ad esaurimento posti.

Per ulteriori informazioni: musica.comparata@cini.it | T. 041 2710357

Incontri in Fototeca: Verso l’iperfotografia?

Incontri in Fototeca
I Fondi Fotografici dell’Istituto di Storia dell’Arte

Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore, Sala del Soffitto

24 settembre ore 16:30

Alberto Prandi
Verso l’iperfotografia?

Nel dibattito più che ventennale sulla natura delle “due fotografie”, analogica e digitale, hanno fatto irruzione i nuovi media che promettono di riconfigurare il nostro rapporto con la rappresentazione fotografica. Il tema sarà illustrato nella conferenza del professor Alberto Prandi dell’Università Ca’ Foscari di Venezia a partire da alcuni esempi provenienti dai fondi fotografici dell’Istituto di Storia dell’Arte.

Il ciclo di incontri sulle raccolte fotografiche conservate presso la Fototeca proseguirà, con appuntamento mensile, fino a dicembre.

Vedi gli altri appuntamenti.

 

 

Comitato Italiano dell’International Council for Traditional Music (ICTM)

Convegno annuale del Comitato Italiano dell’International Council for Traditional Music (ICTM)
29-30 settembre
Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia

L’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati organizza alla Fondazione Giorgio Cini il 29 e 30 settembre l’incontro annuale del comitato italiano dell’International Council for Traditional Music (ICTM), l’organizzazione più rappresentativa a livello internazionale degli studiosi di etnomusicologia.

L’ICTM si articola in Comitati Nazionali e quello italiano organizza annualmente un incontro di studi al quale partecipano ricercatori provenienti da diverse istituzioni italiane per presentare le loro ricerche e lavori in corso. Si tratta di un importante momento di scambio e di confronto tra gli etnomusicologi italiani che non a caso quest’anno si svolge a Venezia essendo l’IISMC e la Fondazione Giorgio Cini uno dei punti di riferimento per questi studi in Italia. Durante l’incontro verranno presentati i lavori svolti in questi ultimi tempi sulla catalogazione e digitalizzazione degli archivi dell’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati.

Parte integrante dell’incontro sarà anche una performance di launeddas (triplo clarinetto sardo) e organetto diatonico con Vanni Masala e Andrea Pisu il 29 settembre alle ore 18.30.

A conclusione del convegno il pomeriggio del 30 settembre si apre inoltre la II Rassegna di Etnomusicologia Visuale organizzata in collaborazione con il Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali dell’Università Ca’ Foscari Venezia. La rassegna, dal titolo Musica e culture spirituali in area caraibica,  è a cura di Giovanni De Zorzi e Marco Lutzu.

E’ possibile accedere liberamente alle conferenze, alla performance musicale e alle proiezioni dei documentari fino ad esaurimento posti disponibili.

Scarica il programma dettagliato degli eventi.

PROGRAMMA

 

29 settembre ore 9:30-11:00 

Giovanni Giuriati, Guido Raschieri, Claudio Rizzoni, Simone Tarsitani
Alcune considerazioni sul lavoro di catalogazione e digitalizzazione degli Archivi dell’IISMC
Dina Staro
Affabulatori in musica: il ballo di tradizione contadina nella pratica urbana.

29 settembre ore 11:30- 13:00

Mauro Balma
Cogne. Valle d’Aosta 2014-15 Lou Tchot di rappéleur: Canti di “quelli che ricordano”
Oliver Gerlach
Alcune notizie metodologiche per una storia della musica a più parti

29 settembre ore 14:30 – 16:00

Vladimiro Cantaluppi
Laouto e  i rapporti culturali tra Venezia e Creta
Nicola Scaldaferri, Lorenzo Pisanello
‘Sacri monti’. Progetto per un documentario.
29 settembre ore 16:30 – 18:15

Paola Barzan
Un luogo d’incontro: i repertori polesani nella ricerca di Sergio Liberovici
Grazia Tuzi
Prime riflessioni sulla ricerca sulle musiche liturgiche e paraliturgiche della Comunità dell’America Latina
Marco Lutzu
Le launneddas negli ultimi decenni: nuovi usi, contesti e repertori
29 settembre ore 18:30

Performance di Vanni Masala (organetto diatonico) e Andrea Pisu (launeddas)

30 settembre ore 9:30 – 11:00

Renato Morelli
Dalla “donna frigida” alla “notte frigida” (di Natale) Nuove scoperte sulle Lodi a travestimento spirituale, dalla Controriforma alla tradizione orale contemporanea
Renato Morelli
Voci del sacro. Due generazioni di canto a cuncordu alla settimana santa di Cuglieri (2015)
Angelo Rusconi
Parodie del canto liturgico sull’arco alpino: alcuni esempi


30 settembre ore 11:30 – 13:00
Assemblea del Comitato


30 settembre 14:30 – 16:15 

Giuseppe Giordano
Pratiche musicali gregoriane fra tradizione scritta e orale. Alcuni esempi siciliani.
Maria Rizzuto
Il canto liturgico copto in Italia: tradizione innografica e innovazione linguistica a Roma
Ignazio Macchiarella
Di chi è Bella ciao?
Discussants: Fulvia Caruso, Paolo Vinati; Serena Facci.

Per maggiori informazioni:
musica.comparata@cini.it Tel. 041 2710357

Incontro tra le scuole italiane di teatro

Il Centro Studi Teatro collabora con l’Accademia Teatrale Veneta alla realizzazione di una giornata dedicata all’incontro tra le scuole italiane di teatro, presso la Fondazione Giorgio Cini con il patrocinio della Regione del Veneto. L’intento è quello di creare una rete, sul modello dell’École des Écoles, per affontare in maniera congiunta alcune problematiche relative alla didattica teatrale: i rapporti con le istituzioni e il sistema normativo, la regolamentazione a livello ministeriale della formazione in ambito teatrale e l’inserimento professionale dei diplomati.

L’esigenza di un confronto su questi temi nasce dal vuoto normativo che interessa il settore e dalla necessità di trovare, da parte del Ministero, un riconoscimento e un sostegno che corrispondano alla qualità della formazione offerta. Le scuole che parteciperanno sono state convocate sulla base del possesso di determinati requisiti, quali: la durata del percorso formativo, il numero di docenti coinvolti, il titolo di studio conferito o l’alto profilo storico. E saranno chiamate a dare il proprio contributo per tentare di individuare quale possa essere il settore ministeriale più affine all’attività che le accomuna e quali i parametri minimi per essere definiti a pieno titolo “Accademia d’arte drammatica”.

Saranno presenti: Antonia Chiodi e Tommaso Amadio, Accademia dei Filodrammatici; Lorenzo Salveti, Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”; Renato Gatto e Manuela Massimi, Accademia Teatrale Veneta; Claudio De Maglio, Civica Accademia d’Arte Drammatica “Nico Pepe”; Massimo Navone, Monica Gattini Bernabò, Civica Scuola di Teatro “Paolo Grassi” di Milano; Claudio Longhi e Marisa Villa, Emilia Romagna Teatro Fondazione; Lorenzo Barello, Fondazione del Teatro Stabile di Torino; Gabriele Guagni, Francesca Martini, Pierpaolo Pacini, Laura Bardazzi e Raffaello Gaggio, Fondazione Teatro della Toscana; Claudia Busi, Scuola di Teatro di Bologna “Alessandra Galante Garrone”; Anna Laura Messeri, Teatro Stabile di Genova; Angelo Tabaro, Teatro Stabile del Veneto; Dott. Santo Romano, Dott.ssa Maria Teresa De Gregorio, Regione del Veneto. Il moderatore dell’incontro sarà Oliviero Ponte di Pino.

Music-Dance: Sound and Motion in Contemporary Discourse and Practice

Oskar Schlemmer, Tänzerin (Die Geste), 1922-23. Pinakothek der Moderne, München
© 2015. Foto Scala, Firenze/bpk, Bildagentur  füer Kunst, Kultur und Geschichte, Berlin (detail)


Convegno Internazionale di studi organizzato da Gianmario Borio, Patrizia Veroli e Gianfranco Vinay

Principi, metodologie e pratiche esecutive concernenti musica e danza hanno aperto nuovi ambiti di ricerca nel corso del XX secolo. Per studiare questo campo ampio e sfaccettato, bisogna chiamare in causa e mettere in relazione reciproca diverse discipline. Tra le problematiche centrali di questo convegno vi sono l’identità dell’opera coreomusicale, la sua complessa autorialità e il concetto di incorporazione. Esperti di danza e musica daranno avvio a dialoghi multipli, cercando di analizzare non solo i modi in cui la partitura musicale muta il suo statuto prescrittivo quando diventa parte di un progetto coreomusicale, ma anche l’incontro tra suono e movimento sulla scena, la costruzione di stratificazioni sensoriali e l’intersezione di ascolto e visione nell’atto della ricezione.

Questo convegno rappresenta il momento più significativo delle manifestazioni per i trent’anni dell’Istituto per la Musica, che portano il titolo La musica e le arti performative.

Al convegno, che sarà aperto da lezioni magistrali della coreografa Dominique Brun e del compositore Alvin Curran, partecipano: Susan Broadhurst, Antonio Camurri, Jonathan Owen Clark, Eric Clarke, Inger Damsholt, Nicolas Donin, Susanne Franco, Nikša Gligo, Rolf Inge Godøy, Claudia Jeschke, Stephanie Jordan, Massimiliano Locanto, Ulrich Mosch, Marina Nordera, Julie Perrin, Dee Reynolds, Julia H.  Schröeder, Stephanie Schroedter, Emanuele Senici, Lawrence Zbikowski.

Nel quadro della manifestazione, il 10 luglio alle ore 18.30, si terrà un concerto con le Sonate in La bemolle maggiore Hob XVI: 46, in Si bemolle minore Hob XVI: 32, in Sol maggiore Hob XVI: 40 e Mi bemolle maggiore Hob: 49 di Joseph Haydn.
John Irving le eseguirà sul fortepiano di Mathias Jakesch (1823) di proprietà della Fondazione Giorgio Cini.

Scarica il pdf con il programma del convegno Music-Dance: Sound and Motion in Contemporary Discourse and Practice