Convegni e seminari – Pagina 22 – Fondazione Giorgio Cini

Venezia, città senza corte: chiesa, teatro e ridotto. Fonti musicali dei secoli XVI e XVII

Jacopo Palma il Giovane, Davide vincitore di Golia festeggiato dalle fanciulle di Gerusalemme (particolare), 1595, Venezia, chiesa di San Zaccaria, Cappella di sant’Atanasio.

 

Bando di partecipazione al seminario Venezia, città senza corte: chiesa, teatro e ridotto

Destinato a studenti e giovani ricercatori, il seminario si prefigge di stimolare la riflessione sulle strategie storico-metodologiche più appropriate all’esplorazione del contesto storico-musicale veneziano dell’epoca; inoltre mira a fornire gli strumenti e le informazioni di base per orientarsi all’interno dell’ingente patrimonio di fonti verbali e musicali conservato nelle biblioteche e negli archivi locali. Il seminario si articola in due momenti: una serie di lezioni mattutine e una serie di esercitazioni pomeridiane in significative sedi della città (Archivio di Stato, Archivio Storico del Patriarcato e Biblioteca Nazionale Marciana).

L’accesso alle lezioni mattutine sarà libero per tutti gli interessati, mentre il seminario nella sua completezza potrà essere frequentato da un massimo di 20 iscritti. Agli iscritti che ne faranno richiesta, la Fondazione Giorgio Cini metterà a disposizione, con apposito bando dieci borse di studio destinate a coprire le spese di soggiorno (vitto e alloggio) per l’intera durata del seminario.

Comitato scientifico: Rodolfo Baroncini (coordinatore), David Bryant, Paolo Cecchi, Luigi Collarile, Marco Di Pasquale.

Docenti: Claudio Annibaldi,Tim Carter, Mario Infelise, Paola Lanaro, Ellen Rosand, John Whenham

Scadenza domande: 9 maggio 2016

Scarica qui il bando

Scarica qui la domanda di partecipazione

Consulta la graduatoria finale

Programma del seminario

Decoration of Performance Space: Meaning and Ideology

Dettaglio del soffitto del Teatro La Fenice di Venezia, prima dell’incendio del 1996

 

Il Centro Studi Teatro e Melodramma, in collaborazione con l’ICTM – International Council for Traditional Music diretto dal professor Zdravko Blažeković, anche responsabile del Research Centre for Music Iconography della City University di New York, organizza il XIII Convegno Internazionale dell’ICTM Study Group on Iconography of the Performing Arts, dedicato all’iconografia teatrale e musicale. Il Convegno affronta le problematiche relative allo studio della disciplina, con particolare riferimento alla documentazione iconografica riguardante la messa in scena nel teatro musicale.

Quando si parla di spettacolo musicale, si fa principalmente riferimento all’azione che si svolge sul palcoscenico, dinanzi agli occhi degli spettatori. Tuttavia l’architettura del teatro che ospita la messa in scena, le attitudini degli spettatori, il riflesso del potere politico che permea tanto lo spazio della scena quanto quello del pubblico, si presentano come elementi costitutivi dello spettacolo stesso, poiché vanno a integrare e completare l’esperienza dell’evento dal vivo. Il Convegno approfondirà gli aspetti scenografici e registici legati allo spettacolo musicale, la decorazione degli spazi in cui quest’ultimo ha luogo, l’auto-rappresentazione del pubblico che vi assiste e il contesto politico-ideologico di riferimento.

Programma del convegno

Per maggiori informazioni:
Centro Studi per la Ricerca Documentale sul Teatro e il Melodramma Europeo
email: teatromelodramma@cini.it
tel: 041 2710236

Il contributo di Lina Bo Bardi all’architettura teatrale e alla scenografia in Brasile

Il Teatro Oficina di São Paolo, progettato da Lina Bo Bardi e Edson Elito. Fondo del Laboratorio de Estudos do Espaço Teatral e Memória Urbana, 2011

Nell’ambito di un progetto di cooperazione tra Università di Padova e Universidade Federal do Estado do Rio de Janeiro (UNIRIO) – VI Missione Lavoro, il Centro Studi Teatro ospita una lezione dedicata all’architetto Lina Bo Bardi a cura della Professoressa Evelyn Furquim Werneck Lima, docente presso l’Universidade Federal do Estado do Rio de Janeiro – Laboratório de Estudos do Espaço Teatral e Memória Urbana.

La conferenza, intitolata Il contributo di Lina Bo Bardi all’architettura teatrale e alla scenografia in Brasile, prende in considerazione esempi di spazi scenici riadattati o restaurati e alcuni progetti di scenografie a cura dell’architetto, nonché la sua concezione marxista e l’importanza del suo lavoro per il teatro e per il patrimonio culturale in senso lato.

Nata a Roma nel 1914, Lina Bo Bardi si trasferisce in Brasile, al termine della guerra, con il marito Pietro Maria Bardi. A San Paolo e Salvador vive ed esercita la professione di architetto e docente universitaria; a partire dagli anni Settanta e fino agli anni Ottanta, il suo lavoro si confronta costantemente con progetti di scenografie per il teatro e il cinema.

Il Contributo di Lina Bo Bardi all’architettura teatrale e alla scenografia in Brasile, Sala Barbantini, ore 10.30
Centro Studi Teatro: teatromelodramma@gmail.com | +39 041 2710236

Scarica qui la locandina

Scarica qui il pieghevole

Musica ottomana Bîrûn. I compositori greci nella musica ottomana

Beste di Zaharya Hanende in notazione bizantina nella raccolta Mousikon Apanthisma, Costantinopoli, Anatole, 1872. (Il testo greco recita: Der Fasli Xouseini. Beste tou Xanende Zacharia. Maxam Houseini, echos pl., Usul Tzember)

Dal 14 al 19 marzo 2016 l’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati della Fondazione Giorgio Cini organizza la quinta edizione di Bîrûn, un ciclo di seminari di alta formazione in musica classica ottomana diretti dal Maestro Kudsi Erguner, rivolti a musicisti professionisti e semi professionisti.

La musica classica ottomana è basata sul sistema modale del maqâm ed è arricchita dagli apporti di compositori turchi, arabi, persiani, greci, ebrei e armeni i quali, tutti, operavano sui territori dell’impero. Considerare la musica classica ottomana una tradizione regionale o nazionale sarebbe, però, un errore poiché essa rappresenta un gusto ed una espressione condivisa di là dalle culture di provenienza, al pari della musica classica europea. L’estetica della musica ottomana, in particolare, è il risultato di influenze che vanno da Bisanzio, al Medio Oriente, all’Asia centrale, all’India.

Il seminario di quest’anno sarà dedicato ai compositori greci nella musica classica ottomana. Sei borsisti selezionati tramite bando internazionale e specializzati in diversi strumenti (ney, ûd, tanbûr, kanûn, kemençe, percussioni, voce) studieranno brani di musicisti quali Zaharya (m. 1740), Petros “Lampadarios” (ca. 1730-1778), Vasilaki Efendi (1845-1907), Corci, Nikolaki o Yorgi, che vissuti a cavallo tra XIX e XX secolo, composero nei vari generi e forme della musica classica ottomana.

Il seminario si concluderà con un concerto pubblico dell’ensemble Bîrûn, diretto da Kudsi Erguner. Bîrûn sarà preceduto anche quest’anno da un “Preludio a Bîrûn”, giornata di studi dal titolo Musica e cultura greca nel mondo ottomano, a cura di Giovanni De Zorzi, l’11 marzo, presso l’Università Cà Foscari di Venezia in collaborazione con il Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali.

Paolo Venini e la sua fornace

Venini, vasi in vetro a murrine ‘Dama’, 1954

 

Il Centro Studi del Vetro coordina un importante convegno di studi che avrà come protagonista la figura di Paolo Venini (1895-1959) nel suo importante ruolo di imprenditore illuminato e creativo.

Grande regista e direttore della sua azienda, colto e interessato sia ai fermenti artistici coevi sia alle esigenze del mercato internazionale, soprattutto nel corso degli anni Cinquanta, Paolo Venini interviene anche ideando egli stesso nuove serie di vetri, avvalendosi dell’ufficio tecnico della vetreria.

Già dalla metà degli anni Trenta ricorse a nuovi interpreti, come per esempio la ceramista svedese Tyra Lundgren nota per il suo divertente “bestiario”. Saranno poi oggetto d’analisi e confronto le opere realizzate nel Dopoguerra, frutto della collaborazione con l’architetto Gio Ponti; la produzione della seconda metà del XX secolo che vede la stretta collaborazione con il designer Piero Fornasetti, i pittori Riccardo Licata ed Eugène Berman.

Gli interventi inquadreranno anche il tema delle grandi esposizioni americane, quindi il rapporto con Ken Scott e Charles Lin Tissot.

Un ulteriore contributo sarà infine dedicato agli architetti Massimo Vignelli e Tobia Scarpa, che parteciparono alla vita di Venini in modo continuativo.

Ripercorrendo la storia della fornace muranese l’appuntamento metterà in luce una delle fondamentali intuizioni di Paolo Venini, che fu di abbinare la modernizzazione del catalogo aziendale attraverso nuove linee essenziali e raffinate pur esaltando le tradizioni tecnologiche ed artigianali.

I temi del simposio saranno ulteriormente indagati e ampliati in occasione della mostra Paolo Venini e la sua fornace, che verrà inaugurata sull’Isola di San Giorgio presso Le Stanze del Vetro nel prossimo autunno.

SCARICA IL PROGRAMMA DEL CONVEGNO

Incontri in Fototeca: Ludovico Mucchi: conoscere i pittori attraverso i raggi X

Incontri in Fototeca
I Fondi Fotografici dell’Istituto di Storia dell’Arte

Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore, Sala del Soffitto
26 novembre ore 16:30

Gianluca Poldi
Ludovico Mucchi: conoscere i pittori attraverso i raggi X

Ludovico Mucchi (1904-1983), medico radiologo in forze presso l’Ospedale Fatebenefratelli di Milano, dagli anni Sessanta inizia a occuparsi di applicazioni diagnostiche della radiografia su dipinti, contribuendo ad alcune interessanti mostre e dando vita ad alcune significative pubblicazioni, tra le quali ricordiamo Alla ricerca di Pietro Longhi. Storia di un’indagine radiografica (Milano 1970, con U. Tolomei), Capolavori d’Arte lombarda. I Leonardeschi ai raggi X (Milano 1972, con M. Garberi Precerutti), Radiografie di opere di Tiziano (in Arte Veneta, XXXI, 1977), Caratteri radiografici della pittura di Giorgione (Firenze 1978) e Nella profondità dei dipinti. La radiografia nell’indagine pittorica (Milano 1983, con A. Bertuzzi).

A fronte del fondamentale approccio sistematico che lo caratterizzava e che dovrebbe informare l’attività diagnostica quando essa sia intesa come strumento utile per la storia dell’arte, il senso del suo lavoro e il rigore del suo approccio, da lui stesso definito «metodo “morelliano” di studio semiotico comparativo», non sono stati ancora adeguatamente stimati. E non sono stati ancora rinvenuti i materiali radiografici da lui prodotti su opere dell’Ottocento e Novecento – Fontanesi, Casorati, Rosai, Carrà, Morandi, Tosi – pure oggetto dei suoi diversificati interessi.

Il fondo di radiografie conservato alla Fondazione Cini rappresenta uno straordinario nucleo per il Settecento veneziano, con oltre 170 opere esaminate di Bellotto, Canaletto, Guardi, Marieschi e Pietro Longhi, in collezioni italiane e straniere, pubbliche e private. Ad esso si aggiungono le radiografie dedicate a una cinquantina di dipinti rinascimentali, soprattutto di ambito veneto.

L’incontro si propone di riportare alla luce e alla discussione alcuni aspetti del lavoro di questo studioso misurandone l’interesse su alcune opere in particolare.

Seguirà aperitivo

Gianluca Poldi
Gianluca Poldi (Milano 1971) è laureato in fisica presso l’Università degli Studi di Milano, ha conseguito a Firenze il dottorato di ricerca in Scienza per la conservazione dei beni culturali e quindi a Bergamo un dottorato in discipline umanistiche (Teoria e analisi del testo). Ha tenuto corsi in varie sedi universitarie, ideato e diretto due Master universitari per lo studio e la conservazione di dipinti (Verona) e collaborato per alcuni anni con l’Università degli Studi di Milano. Ha fondato nel 2005 il Laboratorio di Analisi Non Invasive per opere d’arte Antica e Contemporanea dell’Università di Verona (LANIAC), quindi dal 2008 svolge la sua attività di ricerca presso l’Università di Bergamo occupandosi di analisi, specie non invasive ed eseguibili in situ, per l’esame di palinsesti e di opere policrome e grafiche su diversi supporti e di varia epoca. Dedica una particolare attenzione all’integrazione di diverse metodologie, non invasive e invasive, e al dialogo con figure di diversa formazione, scientifica e umanistica.

È stato consulente di progetti di ricerca finanziati dalla Regione Lombardia, di progetti nazionali e di ditte private in ambito diagnostico. Ha esaminato nei maggiori musei italiani ed europei alcune centinaia di opere di interesse storico e culturale, e coordinato e svolto progetti di studio sistematici su numerosi dipinti di Andrea Mantegna, Cosmé Tura, Antonello da Messina, Giovanni Bellini, Cima da Conegliano, Bernardo Zenale, Giorgione, Tiziano, Lorenzo Lotto, Giambattista Tiepolo, Giacomo Quarenghi, Emilio Longoni, Giovanni Segantini.

Consigliere dell’Associazione Italiana di Archeometria (AIAr) è autore di oltre ottanta pubblicazioni aventi per argomento la diagnostica applicata a beni di interesse culturale, tra saggi su libri, riviste internazionali e atti di congressi.

Polifonie ‘in viva voce’ 19 – Polifonie liturgiche e cerimoniali della Sardegna centrale

ore 16.00 — Seminario Polifonie liturgiche e cerimoniali della Sardegna centrale
con Maurizio Agamennone, Giovanni De Zorzi e Ignazio Macchiarella

ore 18.30 — Concerto Coro Su Cuncordu e’ su Rosariu
di Santu Lussurgiu (Oristano)

___________________________________________________________

Il progetto Polifonie “in viva voce” costituisce l’occasione più rilevante in Italia e in Europa per ascoltare e osservare le pratiche polifoniche fervidamente conservate in numerose tradizioni locali. Dal 1997 sono stati ospiti del programma veneziano cantori e strumentisti provenienti dalle grandi isole del Mediterraneo, dal Caucaso, dall’Europa orientale, dalla regione balcanica, dalla Cina meridionale e da diverse località della penisola italiana: è stato possibile, perciò, ascoltare polifonie maschili e femminili particolarmente esuberanti, complesse e multiformi, spesso divenute vivaci marcatori di mobili e irrequiete identità locali, pure riconosciute dai protocolli Unesco quali patrimoni immateriali dell’umanità. Ai cantori si sono affiancati i migliori specialisti d’area (studiosi, compositori, rilevatori), che hanno proposto la descrizione e analisi delle polifonie ospitate, secondo le più aggiornate procedure di valutazione (musicologia, antropologia, storia-culturale, studi di genere, studi culturali e post-coloniali, ecc.).

L’edizione 2015 è dedicata alle Polifonie liturgiche e cerimoniali della Sardegna centrale.

Nella “geografia musicale” della Sardegna quasi ogni paese ha la propria specializzazione. Santu Lussurgiu (duemilaseicento abitanti, sul massiccio del Montiferru, cinquecento metri sul livello del mare, una ventina di chilometri al nord ovest di Oristano), è senza dubbio il paese del cantu a cuncordu. Non è tanto una faccenda di esclusività (analoghe pratiche musicale si trovano quanto meno in un’altra dozzina di località nell’isola) ma di repertorio e di qualità dell’esecuzione.

La denominazione cantu a cuncordu, in generale, viene usata in opposizione a cantu a tenore, per intendere i repertori polifonici dell’isola d’argomento religioso. Le cose non stanno proprio così dal momento che a cuncordu si cantano anche testi profani (così come a tenore brani religiosi). In realtà, la distinzione riguarda, alla base, il modello musicale: il cantu a tenore è caratterizzato da una struttura musicale con una voce che guida l’esecuzione, canta il testo e viene accompagnata da tre voci intonanti sillabe non-sense, mentre nel cantu a cuncordu tutte e quattro le parti cantano il testo, non vi sono voci leader e l’esecuzione scaturisce da una intensa azione coordinata dei quattro cantori. Le parti, dunque, hanno (più o meno) la stessa rilevanza e interagiscono durante la performance, richiamando, mutatis mutandis, l’immagine del dialogare musicale di un quartetto d’archi.

Coro Su cuncordu ‘e su Rosariu
Il gruppo appartiene alla confraternita del Santo Rosario fondata nel 1605. Si tratta del sodalizio più partecipato che ha tra l’altro il compito di curare la paraliturgia de sa Chida Santa (la Settimana Santa). In quest’ambito, ogni anno il priore dà incarico ad un gruppo di esecutori di cantare per i diversi eventi rituali. Da ben trentanove anni, nonostante in paese vi siano decine e decine di cantori che ambiscono a tale compito, i diversi priori che si sono succeduti hanno costantemente scelto il quartetto formato da Giovanni Ardu – bassu, Mario Corona – contra, Roberto Iriu – cuntraltu e Antonio Migheli ‘oghe.

 

Seminari di Musica 2016 | Janequin and Carpentras. Tradition and Innovation in 16th-century France

Battles and Lamentations
Janequin and Carpentras
Tradition and Innovation in 16th-century France
1520-1540

Seminari di Musica Antica Egida Sartori e Laura Alvini 2016
Direttore: Pedro Memelsdorff

11-15 maggio 2016
Fondazione Giorgio Cini, Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia
Deadline per la presentazione delle domande: 15 febbraio 2016

Il seminario metterà a confronto le straordinarie tecniche compositive di due dei maggiori polifonisti del secondo quarto del Cinquecento francese, Clément Janequin (c. 1485-dopo 1558) e Elzéar Genet, detto il Carpentras (c. 1470-1548). Segnati da vicende biografiche a dir poco contrastanti — caratterizzate da costanti legami col papato romano e la curia avignonese quelle del Carpentras, da instabilità professionale e persistenti penurie economiche quelle di Janequin — le loro preferenze repertoriali e stilistiche non potrebbero essere più diverse.

Nel caso di Janequin l’attenzione del seminario verrà principalmente rivolta alle più rappresentative delle sue oltre 250 chansons profane — alcune delle quali hanno profondamente segnato il genere della musica programmatica a livello europeo –, in contrasto con i suoi più sobri salmi, lamentazioni e chansons spirituelles. Del Carpentras si studieranno soprattutto gli uffici e le svariate intonazioni delle lamentazioni di Geremia, nonché le sue rare frottole su testi di Petrarca. Non ultimo, verrà affrontata la tematica della trasmissione dell’opera di Carpentras in quanto primo esempio di curatela autoriale di un’edizione integrale a stampa.

Alle master-class del maggiore esperto della polifonia vocale del Cinquecento francese, M° Dominique Visse – fondatore e direttore dell’ensemble Clement Janequin –, si alterneranno lezioni e conferenze sulla trasmissione manoscritta e a stampa del repertorio, a cura di Kate van Orden, professoressa ‘Dwight P. Robinson Jr.’ di musicologia storica ed esperta cinquecentista presso l’Università di Harvard.

Borse di studio
Il bando è rivolto a giovani ensemble vocali, professionali o semi-professionali, specializzati nel repertorio cinquecentesco. Sono disponibili delle borse di studio per uno o due  quintetti o (preferibilmente) quartetti vocali, le quali copriranno: la quota d’iscrizione al seminario, le spese di vitto e alloggio (presso la Residenza del Centro Internazionale di Studi Vittore Branca) e le spese di viaggio (in classe economy fino ad un massimo di Euro 700 a persona).
Per partecipare alla selezione gli ensemble candidati devono far recapitare alla segreteria dei seminari (via email a: musica.antica@cini.it) il seguente materiale entro e non oltre il 15 febbraio 2016:
CV dettagliato dell’ensemble e dei singoli membri/solisti;
– link a una registrazione video di un brano del cinquecento.

Il seminario è aperto ad uditori su richiesta e in seguito ad approvazione.

Le borse di studio sono offerte con il contributo di Irma Merk Stiftung e L.+La Roche Stiftung

Per informazioni:

Seminari di Musica antica Egida Sartori e Laura Alvini
Fondazione Giorgio Cini
Isola di San Giorgio Maggiore – 30124 Venezia – Italia
tel. 39 041 2710258 – Fax +39 0412710221

musica.antica@cini.itwww.cini.it

Incontri in Fototeca: Fotografare la scultura per la storia dell’arte  

Incontri in Fototeca 

Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore, Sala del Soffitto
29 ottobre ore 16:30

Anne Markham Schulz
Fotografare la scultura per la storia dell’arte   

L’incontro, dedicato al tema dell’utilizzo della fotografia nello studio della storia dell’arte, avrà come protagonista Anne Markham Schulz: la nota storica dell’arte della scultura rinascimentale veneziana esporrà, alla luce della sua esperienza quarantennale, le tecniche adottate per fotografare la scultura e i metodi utili per renderne evidenti i tratti stilistici, al fine di pervenire a una corretta attribuzione e datazione dell’opera.

Seguirà aperitivo


Anne Markham Schulz
Laureata in Storia dell’Arte presso il Radcliffe College della Harvard University e l’Institute of Fine Arts di New York, Anne Markham Schulz ha insegnato all’Università dell’Illinois al Chicago Circle, alla Brown University e all’Università Federico II di Napoli.

Le sue ricerche sulla scultura italiana del Rinascimento sono sfociate in decine di articoli pubblicati in America, Inghilterra, Francia, Germania e Italia, e in nove fondamentali volumi, tra i quali si ricordano quelli su  Bernardo Rossellino, Antonio Rizzo, Giambattista e Lorenzo Bregno, Nanni di Bartolo, Giammaria Mosca, Woodcarving and Woodcarvers in Venice 1350-1550, sino all’ultimo catalogo The Sculpture of Tullio Lombardo.


Vedi gli altri appuntamenti.

Daniele Barbaro. Architetto del sapere

Nell’immagine: Paolo Veronese, Apollo, Venere e Amore. Maser, villa Barbaro

Nell’ambito delle attività promosse dal Comitato regionale per le celebrazioni dei 500 anni dalla nascita di Daniele Barbaro (1514-1570), l’Istituto di Storia dell’Arte organizza una giornata di studi dedicata a quello che fu probabilmente il più rilevante umanista nella Venezia di medio Cinquecento.

Tra gli eventi celebrativi del quinto centenario della nascita di Daniele Barbaro (1514-1570), la suggestiva mostra allestita al secondo piano di Palazzo Cini con opere pittoriche di Tiziano e Veronese aperta fino al 15 novembre 2015.

L’incontro di studio e divulgazione si propone di illustrare in molti dei suoi aspetti l’attività culturale del poliedrico intellettuale, tra i maggiori e più influenti della Venezia cinquecentesca.

Gli studiosi e specialisti di fama internazionale che si avvicenderanno sul palco dei relatori nella giornata avranno modo di prendere in esame e far conoscere aspetti noti e meno dell’arte, della letteratura e della scienza veneziana del tempo attraverso la figura del patrizio. Sarà illustrata la sua produzione trattatistica con particolare riguardo allo studio di Vitruvio e alla scienza della prospettiva; il suo ruolo nello sviluppo dell’architettura classica veneziana in stretta comunanza di idee con Andrea Palladio; la sua attività di iconografo e mecenate, oltre che di scopritore di talenti come Paolo Veronese. Si parlerà inoltre della figura storica di Barbaro, diplomatico e Patriarca di Aquileia, tra i protagonisti del Concilio di Trento.

La giornata di studi si propone di promuovere non solo un complessivo riesame della problematica relativa ai rapporti tra Daniele e il fratello Marcantonio con gli architetti e gli artisti del loro tempo, sia dal punto di vista dell’infl uenza culturale che del patronage, ma in tale occasione la figura dell’intellettuale veneziano verrà anche analizzata dalle molteplici angolazioni caratteristiche del suo operato. E, dunque, dal suo ruolo di ideologo e promotore delle arti ai diversi contributi teorici e pratici apportati da Barbaro nel contesto della scienza rinascimentale – come la formalizzazione su base matematico geometrica della prospettiva, il perfezionamento della camera oscura e le relative applicazioni pratiche, la costruzione delle meridiane solari e degli strumenti per i rilievi topografici e astronomici – fino al contributo da lui offerto nel campo della teoria musicale.

[accordion]

[accordion_entry title=”Daniele Barbaro“]
Di prestigiosa famiglia patrizia, Barbaro ricevette una educazione umanistica perfezionata dalla frequentazione dello Studio di Padova, che gli procurò una solida preparazione scientifica e gli diede quindi modo di coltivare i prevalenti interessi nella matematica, filosofia, ottica e astronomia. Negli anni successivi approfondì lo studio dell’architettura stringendo rapporti duraturi con Andrea Palladio, che lo supportò con consigli e disegni nel commento al trattato di Vitruvio.

La sua bibliografia annovera, inoltre, testi teologici e sacri legati alla sua funzione di patriarca di Aquileia in pectore e delegato al Concilio di Trento.

Oltre che alla intensa attività di matematico, scienziato e trattatista, Daniele Barbaro nel corso della sua maturità strinse relazioni amicali e di collaborazione negli ambienti artistici veneziani. Numerosi furono i pittori che entrarono in contatto con il patrizio veneto, ben disposto a occuparsi di programmi iconografici e di riflessioni sulle arti oscillanti tra una visione neoplatonica (vicina a Michelangelo) e un’ottica suggestionata dall’aristotelismo padovano.
[/accordion_entry]
[/accordion]

Scarica il programma