Concerti e spettacoli – Pagina 19 – Fondazione Giorgio Cini

»… Play-rew-forward-stop …« Rassegna audio ”“ video musicale 3.2

Fra ottobre e dicembre continua e si conclude la rassegna
video-musicale a Palazzo Cini a San Vio. I due brevi cicli prendono il
nome dai tasti forward e stop delle
macchine di riproduzione e cercheranno di rendere una forte impressione
della pluralità delle passioni, dell’avanzamento e della fermata, nella
ricerca artistica contemporanea, ben rappresentata dalla figura del
faggio virgiliano (sub tegmine fagi): una incontrollabile manifestazione d’ipertrofia degli organi di senso della bellezza.

Venezia, Palazzo Cini a San Vio
10 Ottobre 2009, ore 17.00

Seconda sessione: Glenn Gould Videogame – Hereafter
Un video di Bruno Monsaingeon alla ricerca di un autoritratto di Glenn Gould dal totale dei documenti audio-video

Dopo la morte del grande pianista canadese, avvenuta nel 1982, diversi sono stati i tentativi di restituire un effetto di resurrezione del genio (peraltro molto impegnato nella reclamizzazione del potere creativo dei mezzi di riproduzione) e di ripresentificazione della sua biografia, essenzialmente artistica, mediata dai media.
Non ultima si è data anche la creazione di un videogame d’ardua conduzione ordinato a rendere possibile progressivi discoprimenti della personalità del Pianista.
Molti moltissimi i documentari gouldiani, sempre incompleti o freddi o avari di effettive fenomenologie o epifanie documentarie, essendo già tutto quel che riguardava Gould, di fatto consegnato da Gould stesso alla documentazione, archiviazione, traduzione audio visuale, verso una mole tale di prove da documentare, quantitativamente, temporalmente, non una, non due, non tre, ma enne vite riprodotte quasi per intero della sua vita eccentrica.

Bruno Monsaingeon, violinista, cineasta francese, amico fraterno di Gould, ha seguito per più di trent’anni ogni passo della vita del Maestro, seguito e documentato, ripreso, fotografato, registrato, elaborato ecc.
Al momento di realizzare un gioco ricostruttivo totale il regista-violinista si è quasi sentito sopraffare dalle simultaneizzazioni di quadri e forme momentanee biografiche tutte equivalentemente significativa.

Lasciamo la parola introduttiva alla visione del risultato ottenuto allo stesso Monsaingeon:

«Occorreva ad ogni costo estirpare l’idea del lavoro dal quadro documentaristico, nel quale tradizionalmente è e prospera. Ho immaginato pertanto una struttura polifonica contenente fiction e documento-reperto, basata su due o tre idee di base.
Primo: elaborare una strategia narrativa fintamente auto ritrattistica, cercando di dar forma non tanto a fatti documentati ma a pensieri immateriali.
Secondo: la pressione della gigantesca corrispondenza intercorsa fra me e Gould, in 30 anni, e fra me e gouldiani del pianeta. In questo secondo enorme scartafaccio si presentano personaggi di generazioni diversissime, lingue diverse, sensibilità diverse e anche opposte. Poi fra queste migliaia di interventi possibili ho scelto 5 interlocutori che ho ritenuto capaci di stabilire un dialogo con l’oltretomba di Glenn. Ho usato come filtro il sogno di Gould di avere degli interlocutori (pubblico) astratti, lontani, separati da tempo e spazio, non ascoltatori servi convocati come nei concerti ad assistere passivamente a un banchetto artistico.
Da qui l’assetto polifonico, garantito dai 25 anni che separano questi pubblici filmati oggi dalla scomparsa di Glenn.
Poi ho filtrato i chilometri di filmato su Gould al lavoro.
Del pari ho setacciato le migliaia di ore di documenti sonori (senza video).
Poi ho cercato di introdurre il personaggio dell’auto di Gould, la celebre Lincoln Continental nera da lui soprannominata Long Fellow. L’ho interpretata come l’unico tramite di Gould col mondo reale esterno, enfatizzata dai celebri vetri fumés.
Poi ho imbevuto il film di musica a dimostrazione mimetica del tottale stato di impregnazione musicale della vita di Glenn… Ho in questo insistito su esecuzioni inedite o ignote».

 

»… Play-rew-forward-stop …« Rassegna audio ”“ video musicale 3.1

Fra ottobre e dicembre continua e si conclude la rassegna
video-musicale a Palazzo Cini a San Vio. I due brevi cicli prendono il
nome dai tasti forward e stop delle
macchine di riproduzione e cercheranno di rendere una forte impressione
della pluralità delle passioni, dell’avanzamento e della fermata, nella
ricerca artistica contemporanea, ben rappresentata dalla figura del
faggio virgiliano (sub tegmine fagi): una incontrollabile manifestazione d’ipertrofia degli organi di senso della bellezza.

Venezia, Palazzo Cini a San Vio
3 Ottobre 2009, ore 17.00

Prima sessione: 49 Waltzes for the Five Boroughs – HYMN TO THE SACRED MUSHROOM – SPEDIZIONE NELLA SEMIOSFERA CAGE

49 Waltzes for the Five Boroughs


Un film di
Don Gillespie e Roberta Friedman 1994-1995 (versione 2008)
Da una composizione di John Cage dedicata il 6 ottobre 1977 alla prima edizione newyorkese del magazine Rolling Stones


Prelude
Bob Cobbing

Nato nel 1920, precocemente scomparso nel 2002, Bob Cobbing è un poeta inglese dedicatosi alle creazioni di poesia sonora, poesia concreta, poesia visuale; figura centrale del British Poetry Revival.
Ha operato con lo Hendon experimental Art Club e ha fondato nel 1951 il magazine «And». In ABC in Sound ha pubblicato nel 1964 una serie importante di esperimenti fonici costruiti sull’alfabeto inglese. Negli anni ’60 è stato un capintesta della counterculture (vedi gli happening della Bomb culture).
Negli anni ’70 ha guidato il Writers Forum, in una fittissima serie di eventi di ricerca: Bird Yak, Konkrete Canticle, Domestic Ambient Noise.
Appassionato ricercatore di effetti rumoristici ‘ambientali’ viene posto qui in memoria con una sua poesia d’apertura ad un’opera radicalmente ambientale di John Cage (compositore e inventore di happening cui Cobbing ha dedicato il breve poema sonoro messo in posizione di preludio al cageano 49 Waltzes for the Five Boroughs di Don Gillespie e Roberta Friedman).


John Cage

49 Waltzes for the Five Boroughs for performer(s) or listener(s) or record maker(s) – (1977)
Trascriptions may be made for other cities (or places) by assembling through chance operations a list of CXLVII addresses and then, also through chance operations, arranging these in XLIX groups of three (Waltz)

L’artefatto di John Cage è una suite di Valzer costruiti su una predisposizione di 49 triangolazioni multicolorate applicate alla pianta New York della editrice Hangstrom. Questa prima costruzione è stata pubblicata all’uso di esecutori, ascoltatori o compilatori di dischi, con una precisissima indicazione delle singole strade, e loro visibili vicinanze, nelle strade nel punto esatto di collocazione dell’ascolto o della visualizzazione che si trovano nei tre vertici culminanti di ogni triangolo.
Il Valzer è derivato, pertanto, solo da questa funzione triangolare di base della percezione che genera l’artefatto (nel caso: il film).
John Cage, è noto, era un inveterato New Yorker. Dopo la morte di John Cage, l’amico Don Gillespie ha deciso di celebrare l’amico Cage con una realizzazione della partitura ottenuta con una ripresa video delle 147 postazioni stradali richieste dalla stessa. Una camera ‘imparziale’ fu usata per cogliere in rotazioni di 180° (o meno) ogni luogo nei suoi parametri ambientali complessivi secondo tempi e archi di ripresa determinati da una pratica I-Ching. Il brillante risultato, piacevole e scorrevole, comprende l’alternanza aleatoria dei grandi suoni e dgli inaspettati silenzi di NY.
L’autenticità della evidenza sonora e visuale del film è estrema, un caso di moltiplicazione ad elevata potenza della realtà materiale e immateriale del soundscape metropolitano in aura potentemente zen-like.
La indicizzazione temporale del pezzo è costruita da Andrew Culver utilizzando il software I-Ching privato di John Cage; è stata ottenuta una serie di durate che variano da un minimo di 16” (XXXII valzer 1 step) a 3’44” (XX valzer 3 step).

Festa degli ottanta anni di Marcello Conati

In occasione della festa degli ottanta anni di Marcello Conati, illustre ricercatore di musica di tradizione orale veneta, studioso verdiano di riconosciuto valore, musicologo costantemente impegnato nello scavo della storia e nella storiografia nonché critico musicale – specializzato in particolare nel semi-inesplorato settore della stampa periodica –, l’Istituto per la Musica, l’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati e il Centro per la Ricerca Documentale sul Teatro e il Melodramma Europeo della Fondazione Giorgio Cini, organizzano una giornata di studi durante la quale gli ambiti di ricerca del festeggiato saranno illustrati con cura da un gruppo di colleghi e amici di diverse generazioni.

Amor profano e amor sacro

La rassegna di conferenze in programma alle Sale Apollinee del Teatro
La Fenice nei giorni 21 maggio, 6, 10, 20 e 26 giugno alle ore 20.00, è
organizzata dall’Archivio Musicale Guido Alberto Fano in collaborazione
con il Teatro La Fenice e con l’Istituto per la Musica della Fondazione
Giorgio Cini.
Il ciclo trae spunto dal celebre dipinto di Tiziano, Amor sacro e amor
profano
, che raffigura con complessa simbologia ermetica i due volti
contrapposti o complementari dell’amore: quello terreno e quello
spirituale. Liberamente ribaltato, il titolo diviene pretesto per
inquadrare la musica vocale e da camera di Guido Alberto Fano in nuovi
contesti tematici, che attraverso varie declinazioni musicali del tema
amoroso ricreano una commistione di elementi pagani e spirituali,
analogamente a quanto avviene nell’opera di Tiziano. Il collegamento
concettuale con la produzione musicale di Fano è molto forte, perché
nei princìpi estetici che guidano l’attività creativa del musicista nel
corso della sua lunga e tormentata carriera artistica, la dialettica
fra l’idea dell’amore terreno, carnale e tentatore, e quella dell’amore
celeste, puro e soave, riveste un ruolo di grande rilievo.

18 giugno: Il respiro dell’anima
Lee Colbert, voce – Lorena Portalupi, pianoforte.
Conferenza di Giovanni De Zorzi

20 giugno: Del crudo amor
Lorenzo Regazzo, basso – Dimitri Romano, pianoforte
Conferenza di Carlida Steffan

26 giugno: Ero e Leandro
Mattia Ometto, pianoforte
Conferenza di Vitale Fano

21 maggio: Lirica italiana tra favola e mito
Gabriella Costa
, soprano – Elda Laro, pianoforte.
Conferenza di Vitale Fano

10 giugno: TOSCANINI. “Nel mio cuore troppo di assoluto”
Quartetto di VeneziaEve Wolf, pianoforte – Giuseppe Laudani, tromba – Loriano della Rocca, voce recitante.
Conferenza di Harvey Sachs

 

Teatro La Fenice – Sale Apollinee
21 maggio – 26 giugno 2009
ore 20.00

per info www.archiviofano.it

»… Play-rew-forward-stop …« Rassegna audio ”“ video musicale 2.5

Rew come replay, ritorno, memoria,
5 deflagranti memorie di poesia invasiva, fra Stockhausen, John Lennon e Pierre Boulez 5

Venezia, Palazzo Cini a San Vio
4 luglio 2009, ore 17.00

Quinta sessione: SUR INCISES

di Pierre Boulez, 1996-1998
per 3 pianoforti, 3 arpe e 3 percussioni a martello
in due movimenti: Moment I – Moment II
Un film di Andy Sommer ed Hélène Jarry, 2008

Sur Incises, è una lezione-concerto che Boulez tiene attorno all’architettura nascosta dell’omonimo brano del 1996-1998, scritto per un ensemble di nove strumenti (3 pianoforti, 3 arpe, 3 percussioni) – in questo caso gli strumentisti dell’Ensemble Intercontemporain. La formazione dell’opera ci giunge attraverso le parole del compositore che ci offre una serie di immagini (questa volta figurate) utili non solo alla comprensione della musica, ma anche a una sua più empirica fruizione.
In questo caso un buon film, com’è quello di Sommer, può darci la chiave di accesso più rapida a una musica in cui, se privi di punti cospicui, si rischia di fraintendere molto.

Riguardo alla composizione e alle sue architetture di risonanza, Boulez, parla di ponti tra incisi, di un ogni dire un interstizio di silenzi alieni, di un abitare incidendo su – ciò che è più grande.
Cammini con poche vere apparizioni, con consapevolezza momentanea del bivio preso, racconti della creazione, visioni del dove ci si è trovati e da che parte si è andati, senza regole né mappe, cogliendo le possibilità e rendendole strade motivate, talvolta “maestre”, irremissibili, comunque nostre. Essere (negli/degli) incisi, incidentalmente, una sorta di dovere estetico.
Gettare reti nel mare del suono, raffinare la maglie della rete, sempre più strette, pronte a trattenere le rime del sensibile; lavorare sulle rispondenze, sulle migrazioni, sui giochi speculari così che tutto vibri, fluisca da un luogo all’altro: in tutti i luoghi di questa prospettiva incisa, tutto risponde e si tiene; fa corpo; è nostro corpo; è senso denso. Abbassare le mani davanti a tutto questo, lasciare che tutto continui in noi, dopo più tardi, nell’oramai giunto ritardo, qualcosa accada come un inciso del senso comune, ma in maniera che possa essere tutta la nostra vita, l’intensificazione, presente o rimemorata, interna o lì da qualche parte nella musica, intorno a noi. Che importa oramai, in questa complicazione dove non c’è che voce individuale e nel contempo globalità del campo? Dove si dà solo il sapore trasmissibile del confluire, della forma del “più voce senza più voce propria”, della scrittura riaffidata a quella voce-evento che invita l’inchiostro a ritornare nella sua penna?

»… Play-rew-forward-stop …« Rassegna audio ”“ video musicale 2.3

Rew come replay, ritorno, memoria,
5 deflagranti memorie di poesia invasiva, fra Stockhausen, John Lennon e Pierre Boulez 5

Venezia, Palazzo Cini a San Vio
20 giugno 2009, ore 17.00

Terza sessione: HONEYMOON SONG – YEAR OF PEACE
Un film di Paul Mc Grath, 2000

Nel 1969 quando le prime pagine dei giornali erano occupate da notizie di guerre e turbamenti sociali, John Lennon e Yoko Ono si innamorano profondamente. L’eccentrica coppia rock si sposa. Più di godere della gioia della loro unione gli sposi novelli vogliono a partire dalla loro letto nuziale cambiare il mondo. In una camera d’albergo, circondati da giornalisti e curiosi e fan, annunciano la loro missione di pace e invitano tutto il mondo a raggiungerli nel loro letto per condividere simbolicamente il loro sogno. Li si accusa di ingenuità, li si giudica idioti e ridicoli, ciononostante il progetto Honeymoon dei due artisti, marcato dalla popolarità dei due protagonisti, solleva interesse sul tema della pace, della fine dlel’odio e della violenza.
Questo film è una rara testimonianza, ben collazionata, di alcuni momenti cruciali di un’epoca incredibilmente reattiva. Il matrimonio di Ono e Lennon accoglie nel suo letto la celebre diatriba con il disegnatore di fumetti, reazionario, Al Capp, i dialoghi col massmediologo Marshall McLuhan, i convenevoli dell’incontro con il primo ministro canadese Pierre Trudeau. Vent’anni dopo l’assassinio di Lennon, tornano idealmente in quel nido d’amore universale, la sopravvissuta Ono e tanti protagonisti della missione pacifista espressa da un’annata di magia e misticismo.

»… Play-rew-forward-stop …« Rassegna audio ”“ video musicale 2.2

Rew come replay, ritorno, memoria,
5 deflagranti memorie di poesia invasiva, fra Stockhausen, John Lennon e Pierre Boulez

Venezia, Palazzo Cini a San Vio
13 giugno 2009, ore 17.00

Seconda sessione: POETRY IN MOTION


Poeti americani
Miguel Algarín, Helen Adam, Ted
Berrigan, Tom Waits, Gary Snyder, John Cage, Allen Ginsberg, John
Giorno, William S. Burroughs, Robert Creeley, Charles Bukowski,
Christopher Dewdney, Jayne Cortez, Michael Ondaatje, Amiri Baraka, Ted
Berrigan

nel film di Ron Mann 1982

Definito Woodstock della poesia Poetry in motion è una
antologia senza precedenti delle produzioni dei grandi poeti americani
del XX secolo, che cantano, recitano, leggono in ogni sorta di stili
attoriali le loro opere, nelle ambientazioni da essi preferite in
intimità e fra il pubblico, con sfoggio di interventi nella definizione
della oralità del loro comporre.

»… Play-rew-forward-stop …« Rassegna audio ”“ video musicale 2.1

Rew come replay, ritorno, memoria,
5 deflagranti memorie di poesia invasiva, fra Stockhausen, John Lennon e Pierre Boulez

Venezia, Palazzo Cini a San Vio
6 giugno 2009, ore 17.00

Prima sessione: INORI

di
Karlheinz Stockhausen, 1973-1974
per 2 solisti e orchestra

video di
Suzanne Stephens 1998
ripresa dal vivo della esecuzione avvenuta il 5 aprile 1998 presso l’Audimax del Technical College di Darmstad

regia del suono di
Karlheinz Stockhausen

azioni di
Kathinka Pasveer e Alain Louafi

La parola Inori significa in giapponese Invocazione, Adorazione, Preghiera. Gli elementi propri della azione mistica sono evidenti su due diversi livelli: visualmente negli atteggiamenti dei solisti (un uomo e una donna), e acusticamente dai soggetti strumentali. La parte solistica può essere eseguita anche da uno strumento, ed è notata in partitura come una linea melodica.
Si preferisce però una realizzazione d’interpretazione gestuale delle linee da parti di solisti attori-mimi. Resta comunque estremamente sincronizzata la temporalità del gesto a quello delle tante azioni acustiche dell’ensemble, cospicuo archi, legni, tuba, 16 rin –campane giapponesi, vibrafoni, antichi cimbali, piano,vibrafono ecc.
Tutta la composizione è costruita su di un’unica formula della durata ci circa un minuto che si proietta su una forma maggiore in cinque sezioni della rispettiva durata di minuti 12, 15, 6, 9 e 18, nette ma rese imprecise da ritardandi, fermate ed eventi imponderabili, e con un momento trascendentale inteso come Sezione Spirali.
I diversi quadri si intitolano al ritmo, alla dinamica, alla melodia, alla armonia e alla polifonia; l’ultima sezione comprende la cadenza a Spirale nella quale si concentrano le prove di modalità del tempo e della intensità sperimentate nell’intero pezzo.

Amor profano e amor sacro

La rassegna di conferenze in programma alle Sale Apollinee del Teatro
La Fenice nei giorni 21 maggio, 10, 20 e 26 giugno, 6 ottobre alle ore 20.00, è
organizzata dall’Archivio Musicale Guido Alberto Fano in collaborazione
con il Teatro La Fenice e con l’Istituto per la Musica della Fondazione
Giorgio Cini.
Il ciclo trae spunto dal celebre dipinto di Tiziano, Amor sacro e amor
profano
, che raffigura con complessa simbologia ermetica i due volti
contrapposti o complementari dell’amore: quello terreno e quello
spirituale. Liberamente ribaltato, il titolo diviene pretesto per
inquadrare la musica vocale e da camera di Guido Alberto Fano in nuovi
contesti tematici, che attraverso varie declinazioni musicali del tema
amoroso ricreano una commistione di elementi pagani e spirituali,
analogamente a quanto avviene nell’opera di Tiziano. Il collegamento
concettuale con la produzione musicale di Fano è molto forte, perché
nei princìpi estetici che guidano l’attività creativa del musicista nel
corso della sua lunga e tormentata carriera artistica, la dialettica
fra l’idea dell’amore terreno, carnale e tentatore, e quella dell’amore
celeste, puro e soave, riveste un ruolo di grande rilievo.

10 giugno: TOSCANINI. “Nel mio cuore troppo di assoluto”
Quartetto di VeneziaEve Wolf, pianoforte – Giuseppe Laudani, tromba – Loriano della Rocca, voce recitante.
Conferenza di Harvey Sachs

20 giugno: Del crudo amor
Lorenzo Regazzo, basso – Dimitri Romano, pianoforte
Conferenza di Carlida Steffan

21 maggio: Lirica italiana tra favola e mito
Gabriella Costa
, soprano – Elda Laro, pianoforte.
Conferenza di Vitale Fano

6 ottobre: Ero e Leandro
Mattia Ometto, pianoforte
Conferenza di Vitale Fano

 

Teatro La Fenice – Sale Apollinee
21 maggio – 26 giugno 2009
ore 20.00

per info www.archiviofano.it

Corso di danza Mohiniyattam

L’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati organizza quest’anno per la prima volta un corso di Mohiniyattam, una delle principali forme di danza classica dell’India che ha avuto origine tra il XIV e il XV secolo nello stato meridionale del Kerala. Il Mohiniyattam si colloca all’interno della tradizione delle danze templari delle devadasi (le “sacerdotesse del dio”) di cui può essere considerato una derivazione diretta. Come danza di culto è legato a Vishnu, a cui fa chiaramente riferimento il termine Mohini, il nome della donna in cui il dio si trasformò per uccidere il demone Bhasmasura.
Il Mohiniyattam, codificato secondo i principi del più autorevole trattato indiano di danza, il Natya Sastra, è caratterizzato da un’armoniosa combinazione di elementi nrita (danza pura) e nritya (danza drammatica), e possiede l’eleganza aggraziata del Bharata Natyam insieme al vigore del Kathakali.
Il seminario di Mohiniyattam è tenuto da Kapila Venu, una delle principali interpreti di questo genere e figlia dei maestri Gopal Venu e Nirmala Paniker, protagonisti dell’odierno revival della tradizione teatrale del Kerala.
Artista versatile, a suo agio in vari generi di spettacolo classico, Kapila Venu è già nota alla critica e al pubblico italiani per aver interpretato con successo il ruolo principale nella Sakuntala di Kalidasa, spettacolo di Kutiyattam presentato dalla compagnia Natana Kairali a Torino (SettembreMusica), a Palermo (Festival di Morgana) e a Roma (Romaeuropa Festival).

Fondazione Giorgio Cini onlus
Isola di San Giorgio Maggiore – Venezia

27-30 agosto 2009
Giovedì e venerdì dalle 15.00 alle 18.00
Sabato e domenica dalle 9.30 alle 12.30

Contatti
Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati
tel. +39 041 2710357
e-mail: musica.comparata@cini.it