Studi di Musica Veneta – Pagina 5 – Fondazione Giorgio Cini

Domani l’aurora

Dopo un intero lustro di segrete elaborazioni poste in essere attorno
ad un entusiastico progetto riguardante la composizione di un grande Concerto per pianoforte e orchestra,Camillo
Togni affrontò, nelle ultime settimane del novembre 1993, allorquando
“forti dosi di cortisone gli avevano procurato una stupefacente ma
purtroppo effimera ripresa di energie”, una fase di completamento,
molto impegnativo, dei materiali destinati alla ‘chiusura’ della grande
forma di questa audace composizione.
Per quanto determinato fosse, nella volontà, il compositore, il troppo breve ed effimero episodio di ripresa fisica non ha
permesso però che l’impresa creativa terminasse, ed il Concerto è rimasto incompiuto alla morte di Togni, avvenuta nel novembre 1993. […]

INDICE

Parte prima: Ripristino ricostruttivo del Concerto per pianoforte e orchestra incompiuto (1993), Camillo Togni

I. Prime investigazioni
II. Alcune date
III. Forma, serie, regole e principî compositivi
IV. Alcune tecniche compositive messe in opera
V. Estrinsecazione
VI. Materiali utilizzati, provenienti dall’Archivio Camillo Togni
VII. Lessico tecnico ‘privato’ di Camillo Togni compositore

Parte seconda, Camillo Togni Concerto per pianoforte e orchestra incompiuto (1993) partitura

Appendice 1. Domani l’Aurora: ultima opera compiuta di Camillo Togni

Appendice 2. Catalogo delle opere – Primo tentativo –

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Le musiche degli anni cinquanta

Da: “La Scuola Veneziana”
1. ‘Canones diversi’

Il 30 maggio del 1952 Maderna scrive a Nono:

“Bisogna andare molto più in là, ma prima ho bisogno di un lavoro che
solo noi due possiamo fare: con calma riesaminare tutti i risultati e
tutte le ricerche lasciate in sospeso dal ’48 in poi. A questo scopo,
Gi, devi prepararti come uomo e come musicista. Bisogna che il nostro
prossimo incontrarci sia una comunione di umanità e logica. […] Non
che non ci si sia sempre incontrati. Anzi noi due abbiamo fatto molto
di più: abbiamo per la prima volta, credo, creato una sensibilità
ambivalente [sic], una tecnica comune, una personalità comune. (La
prova l’abbiamo nella crudezza delle nostre reciproche reazioni in
quanto rapporti umani) Ma ora abbiamo bisogno di un BERICHT su noi
stessi e sul nostro dare agli altri come musicisti. 1°) lavoro
Handwerk, – 2°) Giudizio sul perché della nostra tecnica, 3°) Tecnica,
ispirazione e nostri bisogni in rapporto alla realtà, 4°) tutto questo
in rapporto alla realtà degli altri, 5°) Possibile raggiungimento di
una facile (cioè felice e generosa) attività futura musicale e privata.
Sono tutte parole confuse, ma tu capisci.”

INDICE

Veniero Rizzardi, La “Nuova Scuola Veneziana”

GianMario Borio, Tempo e ritmo nelle composizioni seriali. 1952-1956

Erika Schaller, Fra tradizione e innovazione. 1957-1959

Angela ida de Benedictis, Gruppo. linea e proiezioni armoniche.
Continuità e trasfomazione della tecnica all’inizio degli
anni sessanta

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Cronaca di una favola chiamata musica

Tra l’autobiografia (tratta dalle carte “parlanti” dell’immenso
archivio) e il ricordo, di chi come Andrea Zanzotto ne traccia una
breve ma precisa premessa, il libro parla della formazione artistica di
una insostituibile grande artista: Egida Sartori. La sua fu una
formazione che, come si evince sin dalle prime righe, “fu certamente
lunga, e anche non poco discontinua, forse condizionata, come venne ad
essere, nelle scelte e nei tempi dalle guerre, da eventi interni ed
esterni alla sua vita”. Dalla cronaca della sua stessa nascita
prematura, alla descrizione di come le vennero date da sua madre le
prime nozioni musicali (“Le sette note erano sette uccellini che
stavano o sul ramo – il rigo musicale – o nella casetta – lo
spazio”…) alle righe con cui affida ad Andrea Zanzotto Le mie memorie con la Toti Dal Monte “[…]
Non sono una scrittrice, ma in questo caso una cronista fedele di
esperienza vissute che ancora restano vive nella mia mente e nel mio
cuore […] ” si muove questa cronaca epistolare di una favola
entusiasta che ha coinvolto la sua protagonista.

INDICE

Andrea Zanzotto
Un ricordo di Egidina

Cronaca di una favola chiamata musica

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La Carica dei Quodlibet

Il
volume, che viene dedicato alla passione di studio per Gian Francesco
Malipiero del compianto Francesco Degrada, raccoglie le riproduzioni di
alcuni inediti musicali del Maestro, sufficientemente divergenti dagli
standard stilistici del compositore per poter suggerire alcune
osservazioni originali sia nel dettaglio che nella complessivo quadro
di valutazione.
Il libro si conclude con una ipotesi di interpretazione del sistema Nuova-Scuola, Nuova Bottega, Veneziana, con il riesame di alcune idee correnti sui legami Malipiero-Nono e
Malipiero-Maderna.
Non mancano alcuni colpi di cannocchiale o di binocolo su alcuni
momenti di vita privata, per non dire segreta, di Gian Francesco
Malipiero

INDICE

Graffiti
Di tre ariette (più un coro per un Regolo senza Regolo, smarrite e ritrovate

Quanti gatti per Gatti? 30 maggio 1942

Sette contro Tebe a ginevra: quindici frammenti di una Musica di scena
radiofonica che si ricompongono in una piccola suite sinfonica liberata
dalla radio ma non ricircolata

Per Santa Elisabetta. Napoli, 19 novembre 1931

Il grande, benemerito, utente dell’Annunziata. le dissolute diseconomie
farmaceutiche asolane di Gian Francesco Malipiero nell’anno degli
Eroi di Bonaventura 1969

La Carica dei Quodlibet. note sulla tipologia ideale di una «nuova
scuola veneziana» all’uso degli incroci di lettura delle opere di
Maderna, Nono e Malipiero

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Carteggi e scritti di Camillo Togni sul Novecento internazionale

Già
nella presentazione del primo volume di lettere e scritti di Camillo
Togni principalmente attribuibili al Novecento musicale italiano, edito
in questa Collana, si era identificata nel Musicista quella «persona
estremamente ordinata su ogni piano dell’esistenza (intellettuale,
manuale, eccezionale, quotidiana)» consapevolmente dedita a preservare
dal degrado ogni documento di vita. La particolare cura dedicata dal
Maestro a conservare lettere, telegrammi, minute e copialettere,
testimonianze finanche minime di tutti i rapporti culturali e
intersoggettivi intrapresi nell’arco di un cinquantennio, aveva
permesso una ricognizione puntuale di un gran numero di scambi e di
contatti con i più disparati contesti musicali italiani del Novecento.
La
stessa indagine riprende qui assumendo ora i documenti più
significativi, ancora lettere, lettere ricevute, lettere spedite,
scritti, approfondimenti, semplici appunti, memorie riguardanti l’ampio
mondo, tedesco ovvero internazionale, della Musica del Novecento. A
partire dal contatto pervicacemente cercato, con commossa apprensione,
con il massimo modello della creatività di Togni, dalla giovinezza alla
maturità: Arnold Schoenberg.

INDICE

Parte Prima – Carteggi

Parte Seconda – Altri Scritti

Appendice

Giada Viviani – Camillo Togni studia le Variationen für orchester op. 31 di Schoenberg

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Esumazione di un requiem

Il monumentale Requiem che Bruno Maderna compose nel 1946, a lungo considerato perduto, è l’oggetto di un’ “esumazione” musicologica che propone la riproduzione facsimilare del manoscritto della partitura ritrovata nel settembre 2006 presso una biblioteca degli Stati Uniti. Il facsimile è introdotto da un testo di Veniero Rizzardi, che racconta come il manoscritto sia stato perduto e ritrovato; il testo ripropone, inoltre, una ricostruzione della genesi della composizione, condotta prevalentemente su fonti epistolari. Bruno Maderna (1920-1973) scrisse il Requiem nell’immediato dopoguerra, quando era già considerato un esponente di punta di quella ‘giovane scuola italiana’ che aveva trovato in Gian Francesco Malipiero un importante punto di riferimento. Fu proprio Malipiero a introdurre il giovane Maderna al compositore e critico Virgil Thomson in visita a Venezia. Thomson, assai colpito dalla partitura del giovane veneziano, gli dedicò un lusinghiero articolo sull’International Herald Tribune e iniziò ad adoperarsi per fare eseguire l’opera negli Stati Uniti. Maderna preparò una copia del manoscritto per Thompson ma, resosi conto che i tentativi di fare eseguire il Requiem oltreoceano non andavano a buon fine, non si curò di recuperarlo. Scritto per un imponente organico, comprendente quattro solisti, doppio coro e una grande orchestra, il Requiem di Maderna può considerarsi non soltanto un importante contributo alla biografia artistica del suo autore, ma soprattutto un’addizione postuma di grande significato al repertorio sinfonico-corale del Novecento.

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Luigi Nono e i carteggi con il partito comunista

Il volume raccoglie oltre 270 lettere, cartoline e telegrammi (quasi tutti inediti) in cui Nono e i suoi corrispondenti (non soltanto dirigenti del Partito Comunista Italiano come Enrico Berlinguer, Pietro Ingrao, Giorgio Napolitano, Rossana Rossanda, ma anche musicisti, musicologi, uomini di cultura, operai, importanti esponenti della politica internazionale come Fidel Castro, Salvador Allende, Václav Havel) discutono dei più svariati temi concernenti la politica (italiana e internazionale) e i suoi intrecci con la cultura, l’arte, la musica, la società. Il volume presenta una selezione di un ben più ampio corpus costituito dai carteggi politici di Luigi Nono ed è interamente basato su materiali conservati presso l’Archivio Luigi Nono di Venezia. Curato da Antonio Trudu, il carteggio è preceduto da un’ampia introduzione e seguito, oltre che dagli indici dei nomi, delle sigle e delle opere di Nono citate, da un elenco dei corrispondenti, per ciascuno dei quali è stata redatta una breve nota biografica. Il volume, dal quale emerge un inedito ritratto del Nono ‘politico’, si rivolge non soltanto a musicisti e appassionati di musica, ma a tutti coloro che siano interessati ai rapporti della musica con le altre arti e più in generale con la politica, la cultura, la società.

 

 

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