Presente Storico – Fondazione Giorgio Cini

Giustizia “contaminata”

La situazione era conosciuta, si sapeva, a Venezia e fuori, che dei
giudici della Quarantìa, massimo organo della giustizia veneta
spratutto in materia civile, si lasciavano corrompere, ed erano
concussionari. Lo scandalo, e il conseguente processo, verranno fuori
quando degli anonimi – ma neppur tanto anonimi…- lanceranno l’accusa
che a corrompere quei giudici erano degli ebrei, e non già per cause
che li riguardassero personalmente, bensì per conto di litiganti che si
rivolgevano a loro come mediatori ben introdotti nel mondo nobiliare.
Si profila sullo sfondo la Venezia del terzo decennio del Seicento. Una
Venezia appena uscita dalla pestilenza del 1629-1630, colpita dalla
crisi economica e da una crisi politica che aveva profondamente diviso
il suo patriziato, messo i ricchi contro i poveri, e organismi
giudiziari di cui facevanno parte i più ricchi contro quelli dove
entravanno i meno ricchi. Una Venezia dove stava crescendo e
consolidandosi la comunità ebraica, che sembrava vicina a integrarsi –
lo sperava il grande rabbi Leon Modena – con quella cristiana. Una
speranza che sembrerà vanificata dal processo sulla Giustizia “contaminata”.

INDICE

Prefazione

Giustizia “Contaminata”

Corruzione tra i guidici dell Quarantia?

Si avvi il processo sulla “contaminazione” della giustizia

Uno sguardo sul mondo dei protagonisti
Nobili, “mezzani” e poveri
Gli ebrei
Il problema giudizario della corruzione nobiliare

Lo svolgersi e il concludersi del processo sulla “contaminazione” della giustizia

Conclusione.Stracichi del processo sulla “contaminazione” della giustizia

Indice dei nomi

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e-mail: ufficio.editoriale@cini.it

I gesti del principe

Occupandosi delle più importanti e suggestive feste di Stato a Firenze
e Venezia nel Rinascimento, il libro intende offrire una nuova
riflessione metodologica su come lo studio della festa possa servire a
comprendere le conseguenze molteplici dei dinamismi temporali.
In particolare, si cerca di valutare l’importanza delle connessioni e
frizioni che riti e cerimonie hanno con l’incidere del tempo – cioè
l’azione del procedere storico sull’espressione di comportarrtenti e
simboli della ritualità del potere -, cercando di intuire come
l’elaborazione e il controllo di tale ritualità siano stati applicati,
e quali risultati abbiano ottenuto, in contingenze storiche diverse.

INDICE

Prefazione
Richard C. Trexler

Ringraziamenti

Abbreviazioni

Introduzione

Parte prima. Morte e intronizzazione del Principe

Un principe repubblicano
Il modello toscano

Parte seconda. Fra quattro e cinquecento
Firenze, la celebrazione e la crisi
– La repubblica in corteo
– Il bel San Giovanni

I riti dei veneziani
– Serenissime processioni
– L’Ascensione
– Fine del medio evo

Triumphi
– Stranieri a Firenze nel Rinascimento
– Le molte Venezie

Parte terza. L’ autunno del Rinascimento

Una famiglia, un duca, l’urbs
– Un nuovo culto
– Riti d’ingresso e architetture effimere
– Feste di popolo

Venezia e gli ultimi trionfi
– Crisi politiche e tenuta delle forme
– I rituali d’accoglienza nel Cinquecento
– Ancora sulla Sensa

Conclusione

Fonti manoscritte

Fonti a stampa

Bibliografia

Indice delle illustrazioni

Indice dei nomi

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Il libro dei monti e dei mari (Shanhai Jing)

Complessi sistemi montuosi e intrichi di fiumi e acque, percorsi e
costellati da animali e vegetali portentosi con propietà terapeutiche,
magiche e augurali; tradizioni popolari e osservazioni naturalistiche;
eventi mitologici e prescrizioni rituali; fantasiose liste di bizzarre
etnie di terra e mare; genealogie leggendarie e gesta di antichi eroi
civilizzatori. Questo e altro offre lo Shanhai jing,
opera tra le più note misteriose di tutta la letteratura cinese, che
raccoglie i resti spesso frammentari di testi assai diversi tra di loro
per provenienza e contenuti, probabilmente composti a partire dal IV
seccolo a.C. Giunta a noi attraverso millenarie e tormentare
vicissitudini che restano in gran parte sconosciute , questa
affascinante ed enciclopedica cosmografia estremo-orientale viene oggi
sottoposta all’attenzione die lettori nella sua prima tradizione
italiana, corredata da un ampio e rigoroso commento filosofico condotto
su tutte le principali edizioni antiche moderne.

INDICE

Tavola delle abbreviazioni

Introduzione

– Descrizione dell’opera
– Il problema della classificazione
– Provenienza e datazione
– La trasmissione in forma manoscritta
– Le edizioni a stampa
– Tabelle

Libro dei morti e dei Mari. Traduzione annotata

Premessa

PARTE PRIMA. Monti delle Cinque Regioni Centrali
(Wuzang shanjing)

– Libro dei Monti Meridionali
– Libro dei Monti Occidentali
– Libro dei Monti Settentrionali
– Libro dei Monti Orientali
– Libro dei Monti Centrali

– Piepilogo geografico

PARTE SECONDA. Le Regioni Marittime
(Haijing)

– Libro dei Paesi oltre il Mare Meridionale
– Libro dei Paesi oltre il Mare Occidentale
– Libro dei Paesi oltre il Mare Settentrionale
– Libro dei Paesi oltre il Mare Orientale
– Libro dei Paesi meridionali all’interno del mare
– Libro dei Paesi occidentali all’interno del mare
– Libro dei Paesi settentrionali all’interno del mare
– Libro dei Paesi orientali all’interno del mare

PARTE TERZA. Le Grandi Distese d’ Oltremare
(Dahuang jing)

– Libro delle Grandi Distese Orientali
– Libro delle Grandi Distese Meridionali
– Libro delle Grandi Distese Occidentali
– Libro delle Grandi Distese Settentrionali

PARTE QUARTA.Appendice sulle Regioni Marittime
(Hainei jing)

– Libro dei territori all’interno del mare

Glossario

Bibliografia

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Ambiente veneziano, ambiente veneto

Il libro tratta degli uomini che reggevano la Repubblica di Venezia,
degli ordinamenti che essi si erano dati, dell’azione di governo che
svolgevano, delle idee che ne erano alla base, dei fini che essa si
proponeva: ma in particolare si sofferma sulla loro politica culturale.
Politica culturale che è fatta di scelte di moduli architettonici e
urbanistici; dei messaggi storici, politici, religiosi affidati alla
pittura ufficiale, delle interpretazioni del passato e del presente
contenute nella storiografia, specie in quella «pubblica». Politica
culturale che si esprimeva inoltre nella proiezione sulle terre del
Dominio veneto della propria cultura di governo, della sua prassi, dei
suoi modi di istituire i rapporti con i sudditi, di coinvolgerli
psicologicamente mediante i simboli, le immagini, la coreografia, la
suggestione che la Serenissima Signoria poteva esercitare ostentando il
proprio splendore e la propria grandezza. Quanto era avvenuto nei
confronti della terraferma dall’inizio del Quattrocento in poi: in
altre parole, il tema di Ambiente veneziano, ambiente veneto.

INDICE

Prefazione

Venezia regina

Cultura, politica e religione nella «pubblica storiografia» veneziana del ‘500

Marin Sanudo il giovane: dalla cronaca alla storia

Domenico Morosini, Niccolò Machiavelli e la società veneziana

La società veneziana del Binascimento in un’opera di Paolo Paruta:
Della perfettione della vita politica

La donna, l’amore e Tiziano

Intorno al cardinale Ottavio Paravicino, a monsignor Paolo Gualdo
e a Michelangelo da Caravaggio

Politica, cultura e religione a Venezia tra manierismo e barocco

La politica culturale della Repubblica di Venezia
nell’età di Giovan Battista Benedetti e di Andrea Palladio

Ambiente veneziano, ambiente veneto. Governanti e governati
nel Dominio di qua del Mincio nei secoli XV – XVIII

Indice dei nomi

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Paradosso del farmacista

In ultima istanza, il «paradosso» che dà titolo a questo libro è il
pluridecennale shock che stringe in una sola, unica, le due biografie –
l’umana e – l’intellettuale – del Metastasio. Da una parte quella
dell’ipocondriaco più tipico – malato inutilmente di tutto e di niente
– e dall’altra quella di colui che «dopo essersi inutilmente affannato
ad accordare nel canto il raziocinio umano ai decreti della
Provvidenza» si trova a dovere auto-effigiarsi da vecchio in una stele
immaginaria che spiega come «nel secolo Settecento sia vissuto un abate
– tal Metastasio – poeta soffribile fra i cattivi, non brutto e non
bello ecc. fedele ma inutile, provveduto di voglia di far bene e nudo
ne’ mezzi per farlo, che perdé tutta la sua vita per istruir dilettando
il genere umano».
Protagonista dello srotolarsi delle pagine di questo libro, è anche la
vicenda del Farmaco, la cui peripezia si snoda dalla realizzazione del
sacrificio umano, a quella del narcotico e, infine, a quella del
tranquillante.

INDICE

Pars Prima: Tre farmaci. “Attesa”

Policrite soffocata dagli scialli
Ad omnem lippitudinem
Trasportata in colle aprìco mai non scordi il bosco antico

Altera Pars: Né Re né Pastore, altri canti d’ aminta
«Peripezia e Parafrasi»

Gli innocenti cancheretti
Homo homini agnus (1751)
Una gran brutta botta (primo novembre 1755)
Transizioni di fase: «Rousseau uno-due-tre» poi «Mozart» (1762 -1775)
Sogno d’un ecosistema regressivo complicato dalla semplicità (1765 -1980)

Pars Extrema: Svanire è dunque la ventura delle venture
«Catastrofe»

Gutbube Bürstenbinder e il recupero mancato dei quattro ritratti scomparsi del principe Galitzine
Morire di placebo

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Le complessità  dell’ordine

Diritto e destino. Diritto, società e destino. Queste le pietre
angolari attorno alle quali questo libro si interroga nel tentativo di
ricostruire la storia del rapporto tra le istituzioni politiche
veneziane e il processo penale d’antico regime inteso come problema.
[…]
Una giustizia che è parte di un sistema che non si fa illusioni né
sull’uomo né sul mondo né su se stesso, senza smanie progettuali,
attese o redenzioni. Una giustizia che infligge destino. Facendo così
affiorare il suo risvolto ardente: l’eco della voce degli ultimi (le
cui vicende sono qui narrate con indulgente dolcezza) della storia e
della vita nella loro immensa e triste tradizione, in
quell’emergenzialità quotidiana che è necessità, che è regola, la loro.
Un libro di dubbi dunque, dove le chiavi interpretative della
sovranità, dell’ordine conflittuale veneziano, sono ricercate nella
cifra della complessità e dell’ambiguità sistemica, della necessità e
del paradosso, e nel rapporto tra disincanto e pietas.

INDICE

Presentazione
Gaetano Cozzi

Ringraziamenti

Verso il Cinquecento. Una introduzione d’ambito medievale veneziano

Pax apparens
Definizione e assestamento di un sistema di giudizio
Gli Statati. Una tradizione ambigua
Il nodo trecentesco e le nuove urgenze

Tra inquisitorio e accusatorio. Il processo penale cinque-seicentesco e l’ordine conflittuale veneziano

Le ragioni del principe e i modi del giudicare: due sistemi per una giustizia

«Nonostante le rigorose leggi in tal proposito», Un incipit dal Dominio

Le forme della complessità. Riti, competenze, garanzie e conflitti: l’accusatorio veneziano tra diritto e società

Le forme della necessità. «Sirte strepitu»: l’inquisitorio veneziano e le
voci della gente tra disincanto e pietas

Esecutori contro la Bestemmia ed altre novità. Primi decisi passi verso la degenerazione del sistema

La «pronta espeditione» dei processi. Le preoccupazioni del legislatore
e le logiche dell’emergenza

Fonti archivistiche e manoscritti

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Venezia e l’Austria

Due le iniziative realizzate dalla Fondazione Cini, grazie al sostegno
finanziario della Regione Veneto, nel 1997 in occasione del
bicentenario della caduta della Serenissima: la mostra Venezia da stato
a mito e il convegno, del 28-31 ottobre, appunto, 1997 su Venezia e
l’Austria. Lo si noterà: il 1797 è implicito, sottinteso più che
esplicito oggetto di riflessione.E ciò a ragion veduta, di proposito.
Proprio perché, lungo il 1997, il 1797 è stato protagonista in varie
manifestazioni – a Padova, a Verona, a Brescia,a Venezia e altrove – è
parso eccessivo insisterci direttamente. E d’altronde, col 1797, la
Fondazione aveva, in certo qual modo, assolto il suo debito, giocando
d’anticipo, col XXXVIII corso d’alta cultura del 2-14 settembre 1996 il
quale, intitolato Il 1797 e le metamorfosi di Venezia, aveva avuto agio
di trattare degli atteggiamenti della società veneta nel dissolversi
della Repubblica, di Napoleone, dell’apertura del ghetto, della
municipalità provvisoria e di quant’altro nel 1797 e paraggi risultava
conficcabile o dal 1797 e paraggi era parso evincibile. Altra cosa,
invece, il successivo corso d’alta cultura, il XXXIX, quello svoltosi
dall’1 al 13 settembre del 1997 all’insegna del titolo Precipitare la
fine anticipare l’inizio: «succisa virescit», che un po’ vien da
estendere al volume qui presentato. Nettamente recisa, in effetti, la
Venezia capitale, ma pur sempre respirante e viva anche poi, anche
sotto l’Austria, e via via con più lena e con più determinazione,
sempre meno in gramaglie, sempre meno a lutto.Non solo rimpianto di
grandezza perduta, di glorie passate la Venezia sotto Vienna. Ma anche
operativa, fattiva, volitiva, con impegno nel presente, con l’occhio
all’avvenire. Connotabile, in effetti, pure la Venezia ottocento, anche
se non più dominante, anche se sotto l’Austria.
Donde la messa a fuoco del convegno Venezia e l’Austria i cui atti
questo volume raccoglie. Naturalmente – come capita agli atti dei
convegni in genere – il passaggio dall’oralità alla scrittura comporta
delle perdite. In altre parole mancano in questi atti due relazioni che
pur hanno giocato un ruolo importante nell’impianto meditato del
convegno. In quella sede Paul Ginsborg aveva parlato del biennio
rivoluzionario, ossia del 1848-49, e Giandomenico Romanelli era
intervenuto sull’arte di governo e sul governo dell’arte. Spiace non
abbiano consegnato un testo per la stampa. E peccato, soprattutto,
manchi quello di Romanelli: ancor viva, in quanti hanno avuto modo di
sentirlo, l’impressione del suo intervento di largo e slargante
respiro.Ampio il ventaglio tematico proposto dal volume: via via
trapassa dalla vicenda letteraria, figurativa e musicale all’aspetto
istituziona1e e da questo alla costituzione delle fonti della memoria
mirata a ricostruenti esiti storiografici sino a concludersi
coll’insorgenza quarantottesca. E da segnalare – tra gli autori dei
contributi – la presenza di studiosi austriaci i quali hanno fornito il
loro testo in italiano. Evidentemente lo padroneggiano. Per intendere
quel che ha detto la Venezia austriaca si sono sforzati in tal senso. E
gliene va dato atto.

INDICE

L’Austria e Venezia di Brigitte Mazohl- Wallnig

La promozione delle arti da Leopoldo Cicognara a Pietro Selvatico

La vita musicale a Venezia dal 1815 al 1866

Il letterato e la storia. Ippolito Nievo

Da Tommaseo a Nievo

Il trapasso

La Chiesa

Il diritto austriaco e la società veneta

Il matrimonio fra obbligo e privilegio (Veneto e Bassa Austria, sec. XIX)

Vecchi poveri e nuovi borghesi. La società veneziana nell’Ottocento asburgico

Cenni sulla presenza ebraica a Venezia durante la dominazione austriaca

La politica linguistica nella Monarchia asburgica
Nobili veneziani al servizio dell’Austria

La gestione del patrimonio librario

Gli archivi della Serenissima. Concentrazioni e ordinamenti

La Chiesa

Intorno alla leggenda nera di Venezia nella prima metà dell’Ottocento

«Venezia e le sue lagune» e la politica del diritto di Daniele Manin

Dal rimpianto alla ricostruzione storiografica

La storia scolpita: il «Panteon Veneto»

Il Veneto nel Risorgimento fino al 1848

Per una storia della Guardia civica a Venezia nel 1848-49

Tra sabaudismo e mazzinianesimo

La pubblicistica veneziana nel 1848-49

Il potere delle immagini. Gli inni patriottici, i canti popolari e le stampe della rivoluzione del 1848

Venezia da Patria a Nazione: un percorso

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Il paesaggio

Paesaggio, décor,
fondali, «lontani», esterni, vedute, atmosfere, notturni: ogni modo di
definire ciò che ci circonda implica anche un giudizio sul nostro modo
di essere, ci situa nello spazio come relazione. Carte, tutte le arti,
così come la riflessione filosofica, il senso della condizione
esistenziale, e il configurarsi e mutare di segno della particolare
presenza umana in esso, hanno, da sempre, sentito e dovuto affrontare
il problema: la nascita, o la lenta scoperta, del paesaggio, il suo
collocarsi e trasmutare, il suo dominare la scena dell’espressività,
fino alla fuga nell’esotismo, forse al suo dissolversi, e al possibile
ricostituirsi.
Il farsi e il disfarsi del paesaggio viene illustrato in questo volume
da importanti studiosi italiani e stranieri, con più approfonditi
sondaggi, nell’evoluzione delle arti e nel loro intreccio, in quelle
figurative e plastiche, nella letteratura, nella musica, nella storia
delle mentalità e delle idee, nei processi consci ed inconsci, dalla
percezione alla descrizione, al simbolo, alla metafora, in una vicenda
che ha accompagnato lo svolgersi del rapporto dell’uomo con la realtà
di cui è parte.

INDICE

Renzo Zorzi
Nota

Roberto Tassi
Tempo e natura. Sull’Epistolario di Claude Monet

Piero Camporesi
Dal paese al paesaggio

Max Milner
L’anamorphose fantastique, ou la transfiguration de la vision par les instruments d’optique

Jean Staronbinski
Paysages orientés

Salomon Resnik
Estetica del paesaggio

Lea Ritter Santini
Il paesaggio addomesticato

Ruggero Pierantoni
Diffusione e riflessione nei materiali architettonici

Karlheinz Stierle
Paesaggi poetici del Petrarca

Vittore Branca
Il paesaggio nel Boccaccio: descrittivismo, calligrafismo, allusivismo, espressivismo

Cesare de Seta
Il «ritratto» della città: Napoli tra XV e XVII secolo nella pittura europea

Vincenzo Fontana
Modelli per la laguna di Venezia nel Cinquecento. Alvise Comaro e Girolamo Fracastoro

Raniei Varese
Dal paesaggio simbolico alla pittura di paesaggio

Tilman Seebass
Il concetto dell’armonia arcadica e la realtà arcadica. Osservazioni su alcuni testi e dipinti del primo Ottocento

Ottani Cavina
Roma 1784: la città reale e la città geometrica nelle vedute urbane di David e della cerchia

Jean-Jacquei Eigeldinger
Promenade et paysage dans la musique de J.J. Rousseau à Liszt et Wagner

Francoise Cachin
Paysage et identité nationale en France au XIX siècle

Vittorio Strada
L’orizzonte perduto: spazio naturale e spazio artiiciale nella letteratura russa

Gian Piero Brunetta
Ma scoperta delle Mule e una Italia

Andrea Zanzotto
Temi di paesaggi

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Da Palazzo Ducale

Un Friuli terrorizzato dall’irrompere di orde inturbantate; il
veneziano rilancio del messaggio dell’antica Ellade, e, insieme, il
marciano dominio su sudditi greci; il turbante fenomeno del
rinnegamento di chi si fa «turco»; la carica metaforica dell’acquea
materialità tra Venezia e Polesine; l’Europa riferita dalla diplomazia
veneziana nel presupposto sia la città dogale il culmine della civiltà
europea; le adunanze accademiche come connotato della vita
intellettuale urbana; la città fortezza di Palma come scudo
antiasburgico; la rovente contesa giurisdizionale veneto-pontificia del
primo Seicento e i suoi velenosi strascichi; nobiltà di terraferma e
classe dirigente marciana. Questo il ventaglio tematico proposto
privilegiando come punto di vista l’osservatorio di Palazzo Ducale, la
sede del comando della Serenissima e, pure, del suo autogiustificarsi
in termini d’autorispecchiamento, nel confronto con gli altri,
gratificante.
I nove scritti qui raccolti sono già comparsi in varie sedi, nell’arco
d’oltre un venticinquennio, tra il 1970 e il 1996. Disponendoli con
scansione, grosso modo, cronologica, li ripubblico, con pochissime
modifiche (eliminazione degli errori di stampa, rinvii interni,
indicazione dell’avvenuta stampa di quanto dato di prossima
pubblicazione), tali e quali – conservando, quindi, in tre di essi la
dedica – all’insegna d’un titolo che ne evidenzi la riconducibilità ad
un unico punto di vista, quello del governo marciano. In certo qual
modo, ecco che – ancorché già usciti in ordine sparso e ognuno per
conto proprio – i nove saggi qui riproposti si trasformano in
articolazione d’una riflessione che da Palazzo Ducale parte e a Palazzo
Ducale torna. Così, almeno, nell’autogiustificarmi non senza,
ovviamente, autoindulgenza.

INDICE

Presentazione

Il Friuli occidentale visto da Venezia nell’ultimo Quattrocento

Venezia e la Grecia

Il «farsi turco», ossia l’ombra del rinnegato

A proposito di acque: accostamenti possibili

Flash sull’Europa: le relazioni dei diplomatici veneziani

Aspetti della cultura urbana nella società veneta del Cinque-Seicento. Le accademie

Venezia e il Turco; Venezia e gli Asburgo

I «teologi» minori dell’Interdetto

A proposito di cultura nobiliare (e non dirigenziale)

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La seta in Italia dal Medioevo al Seicento

I saggi raccolti in questo volume rappresentano il risultato di un
lavoro interdisciplinare che ha messo a confronto studiosi di storia
economica e sociale, delle tecniche, dell’arte, dell’architettura e
della letteratura, nonché tecnici delle produzioni industriali della
seta o dei tessuti antichi. Le loro ricerche, aggiornate e innovative,
dimostrano come fra il Trecento e il Seicento gli italiani riuscirono a
conquistare il primato in campo serico sui maggiori mercati
internazionali grazie soprattutto alle loro capacità imprenditoriali e
a procedimenti lavorativi avanzati che fondevano design, arte e
artigianato. Col tempo il setificio della penisola poté contare
sull’espansione di una robusta bachicoltura locale che non solo lo rese
sostanzialmente indipendente dalle importazioni di materia prima
dall’Oriente e dal bacino del Mediterraneo, ma che gli permise anche di
sviluppare un flusso di esportazioni di filati che porranno la seta al
primo posto della bilancia commerciale di quasi tutti gli stati
italiani pre-unitari. I contributi guideranno il lettore in un viaggio
attraverso i secoli, le regioni, i miti e riti della seta, dal baco al
drappo all’abito confezionato.

INDICE

Prefazione
Luca Molà, Reinhold C. Muller e Claudio Zanier

La fibra, la tecnica, le fonti

Fabio Crippa
Dal baco al filo

Sophie Desrosiers
Sur l’origine d’un tissu qui a partecipé à la fortune de Venise: le velours de soie

Dominique Cardon
Du “verme cremexe” au “veluto chremesino”:
un filière vénitienne du cramoisi au XVe siècle

Doretta Davanzo Poli
I tessuti come fonte: reperti inediti dei secoli XIII-XVII conservati nelle chiese veneziane

Danilo Gasparini
La contabilità come fonte: la trattatura della seta nel contado trevigiano (secolo XVII)

Alessandro Mellano e Aurelio Toselli
Palazzo e “fabbrica” il setificio di caraglio

Civiltà della seta

Claudio Zanier
Un protettore scomodo. San Giobbe e la seta

Maria Giuseppina Mazzarelli
Seta posseduta e seta consentita: dalle aspirazioni individuali alle norme suntuarie nel basso Medioevo

Howard Burns
Cultura di seta, cultura di villa

Daria Perocco
La seta nella letteratura italiana dal Duecento al Seicento

Produzione e commercio

David Jacoby
Dalla materia prima ai drappi tra Bisanzio, il Levante e Venezia: la prima fase dell’industria serica veneziana

Edoardo Demo
La produzione serica a Verona e Vicenza tra Quattro e Cinquecento

Francesco Battistini
La tessitura serica italiana durante l’età moderna: dimensioni, specializzazione produttiva, mercati

Giuseppe Chicco
Il ruolo del Piemonte nell’industria serica italiana del Seicento

Migrazioni, manodopera e innovazioni

Patrizia Mainoni
La seta in Italia fra XII e XIII secolo: migrazioni artigiane e tipologie seriche

Franco Franceschi
I forestieri e l’industria della seta fiorentina fra Medioevo e Rinascimento

Luca Molà
Le donne nell’industria serica veneziana del rinascimento

Rosalba Ragosta Portioli
“Nuovi lavori”, “Nuovo invenzioni” di seta a Napoli nel Cinquecento

Roberto Berveglieri e Carlo Poni
L’innovazione nel settore serico: i brevetti industriali della Repubblica di Venezia fra XVI e XVII secolo

Appendici

Claudio Zanier
Strumenti di lavoro: una bibliografia delle opere recenti sulla sericultura e l’industria serica

Claudio Zanier
Un’istituzione da salvare: l’antico istituto bacologico di Padova e le sue collezioni

Documenti d’archivio per la storia della seta. tre lettere
commerciali del XVII secolo nell’archivio di stato di Pisa con campioni
di stoffe di seta
a cura di Claudio Zanier , Christhine V. Pennison, Donata Devoti

Indice analitico

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