Francesco Bruni (edited by) – Fondazione Giorgio Cini

«Leggiadre donne…»

Padre riconosciuto della novella in prosa, Giovanni Boccaccio ha
inventato una forma narrativa che, per alcuni seecoli, sì è affermata
come uno stampo flessibile, di lunga vitalità europea. Più tardi,
l’arte del racconto breve rinasce in forme nuove; in questa
reincarnazione si sperimenta un ventaglio assai ampio di soluzioni che
si riconducono tutte al piacere della storia interessante, rivelatrice
del carattere del personaggio in una situazione eccezionale o,
viceversa, nelle circostanze della vita quotidiana.
Il volume, attraverso una ventina di interventi dei maggiori
specialisti del settore, ripropone con accurate analisi linguistiche e
insieme storico-letterarie le tappe principali di questo genere
letterario fortemente caratterizzato, sia nella nella fase antica che
nelle trasformazioni moderne, da un costante appello al pubblico
femminile come destinatario privilegiato: dal Decameron alla narrativa
ottocentesca di Nievo, Verga e Capuana passando attraverso le
esperienze quattrocentesche delle «facezie» e della Novella del Grasso
legnaiolo, o quelle cinquecentesche di un Bandello o di un Luigi Da
Porto con la sua celebre Giulietta e Romeo.
Una particolare attenzione viene da ultimo riservata al Novecento, con
esplorazioni relative a Pirandello, Pavese, Moravia, Primo Levi,
Buzzati e al recentissimo Tabucchi, mentre una robusta appendice
propone un saggio di Alfredo Stussi sull’area linguistica italiana e,
in finale, tre interviste ad altrettanti scrittori contemporanei
italiani, a rappresentare con le loro diversità tre differenti, ma
sempre altamente significativi, approcci alla scrittura e alla
letteratura nel nostro tempo: Sandra Petrignani, Giovanni Raboni,
Gianni Celati.

INDICE

Prefazione
di Francesco Bruni

Francesco Bruni
Come “non” si racconta una novella nel Decameron

Luciano Rossi
“In luogo di sollazzo”: i fabliaux del Decameron

Massimo Ciavolella
Letteratura e pornografia: la novella di Masetto da Lamporecchio(Decameron III 1)

Francesco Tateo
La facezia fra virtù e arte

Nino Borsellino
La novella del grasso legnaiolo

Marziano Guglielminetti
Amore e morte: Giulietta e Romeo di Luigi da Porto

Mario Pozzi
Novella, trattato e cronaca

Fabio Finotti
Il varmo di Ippolito Nievo

Matteo Palumbo
Ascesa e morte di un parvenu: La roba di Giovanni Verga

Rosario Coluccia
Linguistica e filologia nell’edizione delle novelle di Verga

Nicolò Mineo
Lettura di Anime in pena di Luigi Capuana

Bice Mortara Gravelli
“Bòtte di pennello”: nuclei descrittivi in campioni di narrativa tra otto e novecento

Romano Luperni
Il riso di Pirandello nelle Novelle per un anno

Alfredo Stussi
Lettura linguistica di il “fumo” di Luigi Pirandello

Lino Pertile
Pavese, ovvero della solitudine come stile

Francesco Bruni
Variazioni di registro in uno dei racconti romani di Alberto Moravia: La parola mamma

Ricciarda Ricorda
Le avventure di un chimico: il sistema periodico di Primo Levi

Nella Giannetto
Lettura di Il re a Horm-el-Hagar di Dino Buzzati

Anna Dolfi
Il puzzle del rimorso: Voci portate da qualcosa, impossibile dire cosa di Antonio Tabucchi

Appendici

Alfredo Stussi
L’area linguistica italiana

Scrittori contemporanei. Intervista a Sandra Petrignani, Giovanni Raboni, Gianni Celati
a cura di Silvana Tamiozzo Goldman

Per informazioni
e-mail: ufficio.editoriale@cini.it

«Le donne, i cavalier, l’arme, gli amori»

Il volume raccoglie gli atti del XXXIV Corso di Aggiornamento e
Perfezionamento per Italianisti tenutosi nel luglio 2000 alla
Fondazione Giorgio Cini, riproponendone il titolo.
Uomini e dèi sono i protagonisti del poema epico, nelle letterature
classiche ma anche nelle origini medievali di molte letterature europee
(con l’eccezione della letteratura italiana): uomini e dèi o, come dice
Dante, cielo e terra hanno posto mano alla composizione di opere che, a
partire dall’Iliade, nel rappresentare una gesta del passato si
proiettano verso i destini futuri di un popolo e, con ciò, ne
identificano l’identità. Successivamente al declino del poema fa
seguito la nascita del romanzo in prosa, l’equivalente borghese –
secondo una celebre definizione dell’Estetica di Hegel – del poema
epico: anche il romanzo, infatti, almeno nella sua età dell’oro, fino
all’Ottocento e ai primi del Novecento, è segnato da una forte
ambizione conoscitiva e rappresenta l’uomo nella sua totalità.
In Italia, i generi della narrativa lunga includono il poema
epico-cavalleresco, compreso quel poema epico non ortodosso che è la
Divina Commedia dantesca, fino ad Ariosto e Tasso (e oltre); più tardi,
il romanzo in prosa si afferma vigorosamente. I saggi del volume
ripercorrono i momenti più significativi della narrativa lunga in
Italia, con numerose indicazioni sul rapporto dinamico con le
letterature classiche e sul ricco scambio della tradizione italiana con
le altre letterature europee, in una prospettiva, dunque, anche
comparata.

INDICE

Premessa
di Francesco Bruni

Piero Boitani
Ulisse dal poema al romanzo

Eugenio Burgio
Una questione retorica. Fisiologia dell’innamoramento
nel romanzo francese del XII secolo

Saverio Bellomo
«Una selva oscura»: il prologo della Commedia

Lino Pertile
Quale amore va in Paradiso?

Piero Boitani
Il Teseida da Boccaccio a Chaucer

Stefano Carrai
Linee e problemi di una lettura critica del Morgante

Tiziano Zanto
L’inamoramento de Orlando: problematiche vecchie e nuove

Roberto Fedi
Coppie possibili e coppie impossibili nell’Orlando Furioso

Mario Chiesa
Le streghe, il cavaliere, il folle, il poeta: il Baldus di Teofilo Folengo
Loretta Inncocenti
L’antiromanzo sterniano tra umorismo e sensibilità

Manlio Pastore Stocchi
L’ultimo eroe: Jacopo Ortis

Francesco Bruni
Manzoni, l’anonimo, la storia

Salvatore Silvano Nigro
Due schede per la lettura del «terzo» romanzo di Manzoni

Fabrizio Borin
Il romanzo al cinema: l’incipit de I promessi sposi
e alcuni paradossi pirandelliani

Franco Marucci
Don Giovanni in Europa

Roberto Bigazzi
Le risorse europee del verismo

Giovanni Pirodda
I «pensieri» di Mena Malavoglia

Alfredo Stussi
La storia come monotona ripetizione nei Vicerè

Alfredo Stussi
L’amalgama imperfetto del Marchese di Roccaverdina

Matteo Palumbo
L’anima assediata: L’esclusa di Luigi Pirandello

Enrico Testa
Personaggio e discorso ne Il fu Mattia Pascal di Pirandello

Giuseppe Langella
Zeno, o della simulazione disonesta

Sandro Maxia
Il segreto dei Vinverra. Paesi tuoi di Cesare Pavese, tra sogno e racconto

Elvio Guagnini
Primo Levi: le forme narrative della testimonianza

Silvana Tamiozzo Goldmann
Che cosa è ancora narrabile?

Giulio Ferroni
Romanzi italiani dell’anno 2000

Appendice

Scrittori contemporanei. Intervista a Daniele DEL GIUDICE
a cura di Silvana Tamiozzo Goldmann

Per informazioni
e-mail: ufficio.editoriale@cini.it

La maschera e il volto

Riconoscere il ventaglio delle esperienze teatrali in Italia è il primo
scopo di questo volume: dal teatro pio di cui può essere autrice anche
una donna, nella Firenze di Lorenzo dei Medici, al teatro come svago
per l’aristocrazia raccolta in una corte attorno al signore; dalle
sperimentazioni cinquecentesche ai trionfi, in Italia e in Europa,
dell’opera e della mescolanza di musica e parola (che è il motivo per
cui ancora oggi l’Italiano è giudicato una lingua musicale); dalle
serve goldoniane che parlano in dialetto (ma in versi) o, se si
preferisce, in versi (ma in dialetto), alle acerbe critiche
dell’antigoldoniano Gozzi, fino agli sviluppi ottocenteschi e del primo
Novecento. Sulla scena teatrale gli attori recitano testi che possono
essere e sono i più diversi, tale è la varietà delle forme drammatiche
e la diversità di funzioni di volta in volta assegnate al dramma:
scoprire se il proprio padre è stato ucciso dallo zio, subito sposato
dalla madre, è cio che Amleto si aspetta da una rappresentazione
teatrale, mentre l’antico Aristotele aveva visto nel teatro il modo per
assuefarsi alle passioni della pietà e del timore, senza lasciarsene
travolgere: la purificazione o catarsi, sul cui significato si è
discusso tanto a lungo. E’ impossibile seguire tutti gli svolgimenti di
un genere discontinuo e ricco di forme; ma almeno se ne restituiscono
molti aspetti vitali e non sempre noti, insieme con alcune battute del
dialogo, spesso assai fitto, della tradizione italiana con il
patrimonio classico da un lato, e dall’altro con la cultura drammatica
europea.

INDICE

Premessa
di Fracesco Bruni

Elissa Weacer
Antonia Pulci e la sacra rappresentazione al femminile

Stefano Carrai
Poliziano, Orfeo e il teatro profano

Giulio ferroni
La Calandria del Bibbiena: tra Plauto e Boccaccio

Daria Perocco
Alla ricerca del frutto proibito: la Mandragola di Machiavelli

Roberto Bigazzi
La via romanzesca degli Ingannati

Piermario Vescovo
Racconto, teatro e sogno. La Lettera di Ruzante a Marco Alvarotto

Massimo Ciavolella
Leone de’ Sommi e il teatro ebraico a Mantova nel Rinascimento

Andrea Battistini
Coturni in terra algente. Il Re Torrismondo di Torquato Tasso

Anna Laura Bellina
I passaggi di Orfeo: recitar cantando nell’opera italiana fra Peri e Gluck

Fabrizio Borin
Orfeo al cinema. Un’interpretazione

Bruno Brizi
Fingere per delinquere e fingere per ammaestrare
Un modello di teatro di poesia: L’Olimpiade di Metastasio

Carmelo Alberti
Il linguaggio delle Massere sulla scena di Carlo Goldoni

Gilberto Pizzamiglio
Scena e testo nelle «fiabe teatrali» gozziane

Arnaldo Di Benedetto
Quasi una fiaba dell’orco
Storia e leggenda nel Filippo di Vittorio Alfieri

Loretta Innocenti
Le tragedie veneziane di Byron

Francesco Bruni
Adelchi, eroe shakespeariano

Giovanni Morelli
La fase «classica» dell’Opera romantica italiana

Pietro Trifone
Le due vie del parlato teatrale: realismo e deformazione

Fabio Finotti
Come le foglie di Giuseppe Giacosa: maschera e verità

Laura Caretti
Mogli infedeli e mogli ideali: varianti ottocentesche

Adrianna Arnieri Corazzol
Drammaturgia musicale d’avanguardia: da Boito a D’Annunzio

Giuseppe Langella
Teatro illustrativo e teatro dialettico. Sui Sei personaggi di Pirandello

Giorgio Pullini
Ugo Betti, Corruzione al Palazzo di Giustizia, e il teatro dei «processi morali»

APPENDICE

Scrittori contemporanei. Intervista a Luigi Squarzina
a cura di SILVANA TAMIOZZO GOLDMANN

Per informazioni
e-mail: ufficio.editoriale@cini.it

“In quella parte del libro de la mia memoria”

Se l’autobiografia come genere letterario nasce durante l’età moderna,
il parlar di sé è antico come l’uomo e, nella società mediatica,
conosce nuove fortune, a dire il vero eccessive. Lasciando da parte
questo aspetto fin troppo noto, il volume percorre l’arte di attingere
al libro della memoria, e seleziona una ricca serie di esempi da una
tradizione ricchissima, come è quella italiana, con qualche assaggio
nella direzione dell’antichità e della cultura europea.
“Non esiste nulla come l’autobiografia, ma solo l’arte e le menzogne”:
non è necessario prendere alla lettera questa massima provocatoria, per
sapere che l’autobiografia non è necessariamente la porta che fa
entrare nel segreto dello scrittore e nella verità del quotidiano.
L’autobiografia, anzi, può valere piuttosto come il luogo in cui l’io
amplifica i propri meriti, riduce o elimina i propri sbagli, deforma o
inventa fatti e sentimenti e, anche dove è sincero, considera una
storia o un ambiente da una visuale limitata. Per di più, se la
finzione letteraria si piega volentieri al taglio dell’autobiografia,
questa si foggia a sua volta sulla letteratura, sicché tra invenzione e
presa sul reale si schiude una dialettica aperta ad accertamenti ricchi
di sorprese.

INDICE

Premessa
di Francesco Bruni

L’ “io” narrante degli storici antichi
di Luciano Canfora

Le Confessioni di Agostino e la scoperta dell’io
di Luigi Alici

Forma e funzione autobiografica nel Milione
di Eugenio Burgio

La Vita nova di Dante: autobiografia come “memoria selettiva”
di Emilio Pasquini

La vita come vaso. L’autobiografia figurale di Opizzino de Canistris
di Michele Feo

Maschere d’autore per l’autore del Decameron
di Lucia Battaglia Ricci

I Commentarii di Enea Silvio Piccolomini (Pio II)
di Claudia Villa

L’autobiografia religiosa negli scritti di Camilla Battista da
Varano: La vita spirituale (1491) e le Istituzioni al discepolo (1501)

di Gabriella Zarri

Francesco Guicciardini: riflessione politica, esperienza vissuta e memoria storica
di Gian Mario Anselmi

L’autobiografia di Benvento Cellini
di Mario Pozzi

“Tale e non altra riuscita”. La prospettiva teologica della Vita di Gianbattista Vico
di Andrea Battistini

All’origine dell’Histoire casanoviana
di Gilberto Pizzamiglio

Le Confessioni di Jean-Jacques Rousseau: “Impresa che non conosce esempi”
di Lucia Omacini

Vita d’eroe. L’autobiografia di Vittorio Alfieri
di Arnaldo Di Benedetto

Esperimenti autobiografici foscoliani
di Maria Antonietta Terzoli

Leopardi: memoria della poesia e poesia della memoria
di Gilberto Lonardi

Le Memorie di Da Ponte: un’autobiografia tra romanzo e teatro
di Tina Matarrese

L’uomo del risorgimento. Sui Ricordi di Massimo D’Azeglio
di Giuseppe Langella

D’Annunzio cantore di Venezia: celebrazione di se stesso e celebrazione della Serenissima nel Fuoco
di Jacques Misan-Montefiore

Giuseppe Prezzolini e l’autobiografismo come vocazione
di Giorgio Pullini

Il “difficile libro” di Saba. Storia e cronistoria del Canzoniere tra saggio, autobiografia e romanzo
di Elvio Guagnini

Lo specchio della memoria. L’autobiografia attraverso la stilografia: Primo Levi
di Jane Nystedt

Pubblicare memorie
di Ugo Berti Arnoaldi

Appendice

L’italiano dell’Unione Europea
di Jane Nystedt

Lessicografia dell’italiano moderno: 1960 – 2000
di Giorgio Colussi

Dopo l’8 settembre: le memorie di Paolo Murialdi e Roberto Vivarelli
discussione moderata da Giuseppe Galasso

redazione dei testi a cura di Francesca Malagnini

Scrittori contemporanei. Intervista a Sebastiano Vassalli
a cura di Silvana Tamiozzo Goldmann

Per informazioni
e-mail: ufficio.editoriale@cini.it

“Vaghe stelle dell’orsa…”

La serie dei volumi sui grandi generi della letteratura italiana si conclude con questo, dedicato alla lirica; ultimo, ma idealmente primo, perchè la lirica è davvero il genere principe della nostra tradizione: in primo luogo cronologicamente, perchè lirici sono i testi letterari più antichi (fino a importanti scoperte che negli ultimi anni hanno movimentato un campo nel quale sembrava che non ci fosse altro da raccogliere); poi per l’altezza cui ben presto giunse il genere, quando Petrarca lo riavviò su basi nuove, proseguendo e insieme superando il grande inizio dei trovatori provenzali; in terzo luogo, per la sua durata: solo nella letteratura italiana è possibile che un autore dell’Ottocento ripeta molte parole di un lirico di cinque secoli prima, appunto il Petrarca; per non dire della presenza di Dante nel Novecento lirico, per esempio in Montale. E’ una condizione unica nel quadro delle altre letterature europee, romanze e germaniche, nelle quali di una tradizione attiva fino ai tempi moderni – o fino alla soglia dei tempi (post?) moderni – non si può parlare prima del XVI o piuttosto del XVII secolo. Una simile situazione, così intrinsecamente connessa alla nobile dignità intellettuale dell’italiano, dipende dalle vicende della lingua e della cultura, dall’essere stato il Petrarca promosso a modello durante il Rinascimento, con effetti durevoli anche su autori che, come Leopardi, non possono certo dirsi petrarchisti. In tal modo la lirica italiana ha dato vita a un discorso eletto, aristocratico; ma di un’aristocrazia formata, come dicevano i poeti del Dolce stil nuovo, da chi è gentile di cuore, da chi è capace di intelligenza e di affetti.

INDICE

Premessa
di Francesco Bruni

“Vaghe stelle dell’orsa…”

La più antica testimonianza di poesia lirica italiana
di Alfredo Stussi

Allocuzione e apostrofe nella poesia delle origini
di Giorgio Colussi

Avere e non avere: dai trovatori a Petrarca
di Roberto Antonelli

Lingua e testi della scuola poetica siciliana
di Rosario Coluccia

“Oltre la spera che più larga gira”: esempi di realismo rapsodico nella Vita nuova
di Marco Santagata

Battaglia di pensieri e nuovi amori nel dopo-Berenice: “Voi che ‘ntendendo” tra Vita nuova e Convivio
di Aldo M. Costantini

Petrarca e l’invenzione del “Canzoniere”
di Stefano Carrai

Petrarca, la lirica, la musica
di Guido Capovilla

Boiardo innamorato, o il “vivere forte” di un amante
di Tiziano Zanato

Fra petrarchismo e Barocco. Le Rime di Torquato Tasso
di Arnaldo Di Benedetto

Le seduzioni barocche della “Sirena marina”
di Andrea Battistini

Dare del tu all’universo
di Manlio Pastore Stocchi

Il canto della donna al telaio e il dialogo con l’assente: A Silvia di Leopardi
di Francesco Bruni

L’interlocutore ideale. Fine dell’errore di Niccolò Tommaseo
di Fabio Danelon

La Creazzione der Monno e i primi sonetti biblici di Belli
di Pietro Gibellini

Montale tra Leopardi e Schopenhauer. Lettura di Spesso il male di vivere ho incontrato…
di Luigi Blasucci

Il dialogo con le ombre. Note sulla poesia di Giorgio Caproni
di Silvana Tamiozzo Goldmann

La linea metafisica nella poesia italiana del Novecento: esiti di fine Millennio
di Maria Antonietta Grignani

Appendice

Scrittori contemporanei. Incontro con Patrizia Valduga
a cura di Silvana Tamiozzo Goldmann

Per informazioni
e-mail: ufficio.editoriale@cini.it