da destra: Enrico Prampolini (?), Raymond Cogniat, Non identificato, Marcel Brion (Foto A.F.I. – Agenzia Fotografica Industriale, Venezia)
Esattamente 60 anni fa, nel 1954, per volontà di un gruppo di storici dell’arte, capeggiati da Giuseppe Fiocco e che annoverava personalità del calibro di Sergio Bettini, Carlo Anti e Piero Zampetti, e grazie anche al convinto sostegno di Vittorio Cini, nasceva l’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini, subito destinato a divenire uno dei centri di studio e ricerca più importanti a livello internazionale. Il neonato Istituto fu ufficialmente presentato nell’ottobre dello stesso anno, in occasione dello storico convegno su Arte figurativa e arte astratta, il cui taglio critico e interdisciplinare e le ampie e diversificate direttrici metodologiche diedero immediatamente il senso e la percezione di una vocazione primaria da parte dell’istituzione veneziana, quella cioè di porsi all’avanguardia non solo rispetto alla ricerca scientifica sulle arti del passato, ma di svolgere allo stesso tempo un ruolo di primo piano nel dibattito sull’arte contemporanea,
promuovendo studi e mostre di rilievo internazionale.
In occasione delle celebrazioni per la nascita dell’Istituto, la Fondazione Giorgio Cini intende promuovere il 30 e il 31 ottobre un’iniziativa che evochi lo spessore e l’importanza di quello storico convegno, dedicandogli la prima edizione delle Giornate di studi di storia dell’arte.
La prima giornata verterà sullo stato della critica d’arte, in riferimento ai protagonisti e alle voci dello storico consesso del 1954 – intervennero, tra gli altri, Gino Severini, Enrico Prampolini, Emilio Vedova, Felice Carena, Berto Lardera – e sulle principali tematiche che furono messe a fuoco in quell’occasione, con l’obbiettivo di disegnare il perimetro e i confini storiografici che seguirono e le prospettive critiche attuali, e sottesa vi è l’ambizione di istituire una trama di confronti sullo stato attuale delle metodologie della ricerca storico-artistica sulle arti e la critica del Novecento. Alcuni degli argomenti riguarderanno la critica francese, italiana e tedesca del dopoguerra (tenendo conto delle presenze di allora), la Biennale del 1954, il dibattito astratto-figurativo, il Gruppo degli Otto, il ruolo di Severini, l’astrazione americana e le incursioni nella scultura nel dopoguerra, l’Europa degli anni Cinquanta fra Informel / Spazialismo e neoavanguardie e altri focus generati dal convegno.
La seconda giornata, organizzata in collaborazione con Palazzo Grassi, consentirà un confronto in
merito a problematiche, orientamenti, destini, visioni, progetti legati alla disciplina della storia
dell’arte, una sorta di laboratorio critico che possa offrire spunti di riflessione per le politiche
culturali; nella stessa occasione sarà presentata una rassegna di documentari d’arte dedicati ad
alcuni dei più importanti storici dell’arte del Novecento