Disegni di una collezione veneziana del Settecento
È stato uno dei compiti più coltivati e più graditi dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini, che ho l’onore di dirigere, quello di organizzare Mostre di disegni antichi, appartenenti sia a raccolte private (Fiocco, Scholz, Wallraf), sia a raccolte pubbliche (Musei di Bassano, di Oxford, di Polonia, Albertina di Vienna, Ermitage di Leningrado, Correr di Venezia, Museo di Budapest), sia di singoli artisti (G. A. Pellegrini, Canaletto e Guardi; e, per ultimo, Pisanello). Le assidue ricerche che Alessandro Bettagno, alla cui attività e avvedutezza è dovuto l’esito felice di queste Mostre, ha condotto un po’ dovunque, in Europa e in America, sboccano oggi in una Mostra di nuovo genere: singolarissima e inattesa.
Quella di una raccolta anonima, individuabile dalla uniformità della grafia nelle scritte di ogni disegno, con metodo affine a quello felicemente sperimentato dal Lugt per i raccoglitori e i loro “marchi”. È una raccolta che ci rivela un collezionista e conoscitore vissuto, si argomenta, intorno alla metà del Settecento; curioso, più che del Cinquecento, del Seicento e massime del Settecento da lui esplorato negli anfratti più peregrini e negli àmbiti provinciali. Una Mostra che potremmo definire “estravagante”. Essa illumina aspetti ignorati dell’arte veneta nel suo splendido tramonto, e, così ricostituita dalla sagacia e costanza di Alessandro Bettagno, ci permette di sorprendere la fisionomia dell’anonimo raccoglitore, non fosse che per il suo gusto tanto dichiarato da escludere ogni interesse per i vedutisti e i paesaggisti, fossero pure Marco Ricci, Zuccarelli o Zais, e perfino i sommi Canaletto e Guardi.
La simpatia che circonda l’attività di Alessandro Bettagno, e la fiducia nella validità del suo giudizio, ha reso questa impresa, a prima vista impervia e inestricabile, fortunata e feconda. Lascio interamente a lui il compito di guidarci in questo labirinto, con la pazienza che l’ha accompagnato nella ricerca. A far più agevole la via che col tempo si potrà anche meglio percorrere, egli ha aggiunto, in Appendice al Catalogo da lui curato, la riproduzione, in piccolo formato, di altri 34 disegni non esposti, i quali ci offrono non poche testimonianze e quindi impostano non pochi altri problemi, ghiotto avvio a nuove indagini. Per le quali contiamo sulla collaborazione di chi vorrà aiutarci con nuove segnalazioni. L’iniziativa ha trovato presso le raccolte pubbliche, ma anche presso quelle private e più gelose, accoglienza tale da aver fruttato, a sigillo della simpatia destata dall’impresa a prima vista disperata, e invece fecondissima di risultati, di curiosità e di indizi, il dono alla nostra Fondazione di un gruppo di disegni offerti da J. Byam Shaw e dalla Casa P. & D. Colnaghi di Londra, i quali saranno, oltre che nuova ricchezza delle collezioni di San Giorgio, un ricordo tangibile di questa Mostra, a cui auguro tutta la fortuna che si merita, non solo presso gli studiosi, più naturalmente interessati, ma anche presso il pubblico, al quale non potranno sfuggire, per l’altezza della loro poesia, i gruppi dei disegni del Piazzetta, di G. B. Tiepolo, del Fontebasso, del Diziani, di Nicola Grassi – per dire solo dei maggiori – che parleranno a tutti coloro che sono sensibili alla voce consolante dell’arte vera.