Vos invito, barbarae faces, RV 811, per soprano, archi e basso continuo, è il primo mottetto di Vivaldi scoperto dopo Vos aurae per montes, RV 623, venuto alla luce negli anni Sessanta del secolo appena trascorso. Come quest’ultimo, RV 811 è conservato presso la biblioteca del Sacro Convento di S. Francesco ad Assisi, anche se, a differenza di quello, il manoscritto non reca il nome del compositore. La scoperta è avvenuta grazie a due ricercatori, Valerio Losito e Renato Criscuolo, che durante uno spoglio del fondo musicale di Assisi riconobbero immediatamente l’inconfondibile impronta stilistica vivaldiana del mottetto e lo segnalarono all’Istituto Italiano Antonio Vivaldi. L’origine della composizione è incerta, ma esiste una fondata possibilità che la sua destinazione primaria, analogamente a quella di RV 623, fosse la Basilica del Santo di Padova che, in quanto casa sorella dei Frati Minori, era solita scambiare o prestare la propria musica al Sacro Convento di S. Francesco. Vos invito, barbarae faces è chiaramente una composizione giovanile (databile attorno al 1715, o anche prima) e presenta una struttura convenzionale modellata secondo la successione Aria–Recitativo–Aria–Alleluia. Si tratta di un’opera nel complesso dotata di un certo fascino, oltre che di una fortunata aggiunta al corpus delle opere vivaldiane giunte sino a noi.