Fig. 0.1. Dettaglio di un altare privato del nat kadaw U Kyaw Soe Moe. Offerte di frutta, fiori, cibo e bevande (e, in questo caso, strumenti musicali) vengono disposte di fronte alle immagini degli spiriti, così da venire utilizzate durante la cerimonia. Yangon, 2017.
Fig. 0.2. Il nat kadaw Kyaw Win Naing danza per gli spiriti, eseguendo un caratteristico gesto con le mani che indica l’estrazione reale del nat invitato a partecipare. I devoti siedono attorno al danzatore, all’interno dell’area rituale; passanti e curiosi rimangono all’esterno. Yangon, 2017.
Fig. 0.3. Danza dei devoti durante una cerimonia. La possessione improvvisa di una delle devote richiama immediatamente l’attenzione degli altri partecipanti, che accorrono per sostenerla. Yangon, 2013.
Fig. 0.4. L’ensemble musicale nat hsaing del maestro Kyi Lin Bo, poco prima dell’inizio della performance rituale. Mentre Kyi Lin Bo, il suonatore di cerchio di tamburi, intona lo strumento, le due cantanti riposano, sedute di fronte all’ensemble. Yangon, 2017.
Fig. 0.5. Dettaglio di un altare privato del nat kadaw U Win Hlaing, a Yangon. I due fratelli di Taungbyone, Min Gyi e Min Lay, impugnano una spada, seduti al fianco della loro madre, Popa Medaw. Yangon, 2013.
Nat pwe, cerimonie per gli spiriti
In Birmania, la forma locale del Buddhismo di tradizione Theravada include il culto di spiriti locali, i nat, figure mitiche di esseri umani spesso dalle capacità eccezionali, morti violentemente e trasformatisi in spiriti. Dall’inizio della monarchia Birmana (ca XI secolo d.C.), alcuni di questi spiriti sono divenuti oggetto di un culto di stato che li ha organizzati secondo un pantheon di 37 figure: i Trentasette Signori, in Birmano Thounze-hkunna Min. Oggi, i devoti si rivolgono ai nat per ottenere aiuto e consigli: a questo fine viene organizzata una celebrazione, il nat pwe.
La celebrazione
Un nat pwe (o nat kana pwe) consiste in una cerimonia privata in cui devoti pregano e invocano gli spiriti locali, così da ottenere buona salute e ricchezza. Il significato del termine “pwe” rispecchia l’ambivalenza di tale celebrazione: da una parte, un nat pwe consiste in una “offerta per gli spiriti”, ma anche in una “festa” vera e propria.
La celebrazione viene organizzata nell’abitazione privata di un devoto: per l’occasione, viene eretto un padiglione temporaneo in bambù, il kana, che generalmente si estende sulla strada pubblica. Un lato del padiglione ospita le immagini sacre degli spiriti (poun daw), ritenute viventi; queste sono circondate da un insieme variegato di offerte floreali ed alimentari che, assieme ad incensi e altri profumi, e al suono delle musiche che accompagnano le danze di possessione, contribuiscono a creare la particolarissima dimensione sensoriale della cerimonia (Fig. 0.1).
Una celebrazione può durare diversi giorni, nel corso dei quali diversi spiriti vengono invitati in successione, così che i devoti possano interagire con loro, presentando loro diverse offerte. Questo è reso possibile dalla presenza di specialisti rituali, i/le nat kadaw, “spose degli spiriti” (Fig. 0.2), un ruolo tradizionalmente femminile ma che oggi nei centri urbani vede una grande presenza di persone omosessuali e transgender. Durante la celebrazione i/le nat kadaw svolgono la funzione di medium: essi richiamano i diversi spiriti seguendo un preciso ordine e offrono i propri corpi come ricettacolo per i nat. In particolari momenti della cerimonia, sono i devoti stessi che prendono parte alle danze di possessione, celebrando gli spiriti assieme ad amici e familiari (Fig. 0.3).
Nel corso di un pwe, i devoti chiedono ai/alle nat kadaw di fare loro da intermediari. Gli organizzatori della cerimonia sono tenuti a presentare ai diversi spiriti che vengono ad incarnarsi nel corpo dei/delle nat kadaw diversi tipi di offerte – cibo, sigarette, e bevande. Le offerte variano a seconda dell’identità dello spirito che viene ad incarnarsi: i devoti devono infatti fare attenzione a presentare la corretta tipologia di offerta al corretto spirito, così da non offenderlo e da ricevere l’aiuto richiesto.
Musiche e danze
Le danze dei/delle nat kadaw sono accompagnate dal suono dell’ensemble hsaing waing (Fig. 0.4). Come in altre culture musicali del sud-est asiatico, l’ensemble è costituito principalmente da percussioni intonate, in particolare carillon di gong e tamburi. A differenza di altri ensemble della regione (del sud-est asiatico), tuttavia, l’ensemble hsaing waing birmano si caratterizza per la presenza di tamburi intonati, e in particolare per il cerchio di tamburi pat waing, strumento guida dell’ensemble e uno dei simboli della cultura musicale birmana. Ad affiancare il cerchio di tamburi si possono trovare altri tamburi intonati e diversi carillon di gong, ma anche idiofoni in bambù, crotali, piatti, oboi e uno o più cantanti.
All’interno del padiglione rituale, l’ensemble viene solitamente posizionato di fronte all’altare dove sono esposte le immagini dei nat ed occupa un intero lato del padiglione: la sua presenza si impone tanto visivamente, per i raffinati stucchi dorati e colorati che ornano le strutture in legno degli strumenti più grandi, quanto sonicamente. Il suono dello hsaing waing, infatti, può essere udito da lunghe distanze. Oggi, l’uso di microfoni ed amplificatori fa sì che il suono dello hsaing venga riverberato a volumi molto spesso insostenibili, che producono effetti di saturazione.
Il repertorio principale consiste nelle nat chin, le “canzoni dei nat”. Queste canzoni presentano elementi ritmici, melodici e testuali strettamente associati a un nat o con un gruppo di nat tra loro connessi da elementi leggendari. Tramite l’esecuzione congiunta di musiche e danze, che evidenziano le caratteristiche di uno spirito e riattualizzano i principali elementi del suo racconto mitologico, i nat diventano materialmente presenti nel corpo dei/delle medium, danzando nell’area rituale e interagendo con i devoti.
Canti, melodie, ritmi e danze sono dunque profondamente coinvolti nella celebrazione: la performance musicale e coreutica costituisce un elemento fondamentale nella pratica di questo culto di possessione, e scandisce le diverse fasi di una cerimonia.
Oggi, a “tradizionali” canzoni dei nat (yoya nat chin) si affiancano nat chin più moderne, spesso composte da famose figure del mondo musicale birmano. Le moderne canzoni per i nat presentano comunque elementi di continuità (ritmi, melodie e riferimenti testuali) con le canzoni più tradizionali.
I due Fratelli di Taungbyone
All’interno del pantheon dei Trentasette Signori, alcune figure godono di una maggiore popolarità rispetto ad altre. Tra queste troviamo i due nat fratelli musulmani Min Gyi e Min Lay (il Grande e il Piccolo Principe), i due Signori di Taungbyone, un villaggio situato a pochi chilometri a nord da Mandalay (Fig. 0.5).
La leggenda dei due fratelli di Taungbyone è molto complessa, e presenta diversi episodi. I due fratelli nascono dall’unione di U Byatta (di origine indiana e praticante musulmano), un messaggero del re, con May Wunna, un’orchessa mangiafiori che risiedeva sul monte Popa. I due fratelli crescono al servizio di re Anawratha di Bagan (XI secolo), primo grande re Birmano e promotore della religione Buddhista. Accumulando esperienza come guerrieri e dotati di poteri magici, la leggenda vuole che siano stati giustiziati da re Anawratha per aver disobbedito ad un suo ordine diretto: i due non avrebbero infatti contribuito alla costruzione della pagoda buddhista voluta dal monarca nei pressi di Taungbyone, e ancora oggi sarebbe possibile notare due mattoncini mancanti nella struttura della pagoda del villaggio. Dopo la loro esecuzione, i due fratelli sarebbero diventati dei nat. Il re, pur di evitare la collera dei due potenti spiriti, istituì dunque il loro culto, facendoli insediare nel palazzo di Taungbyone e dando loro autorità sulla regione circostante.
Oggi, i devoti dei due Fratelli si astengono dal consumo di bevande alcoliche e di carne di maiale, una forma di rispetto verso la loro religione musulmana, soprattutto in vista della partecipazione al famoso festival di Taungbyone, il più importante festival nazionale dei Trentasette Signori.
Musiche e danze per i Taungbyone
Le danze di possessione che portano i Taungbyone nell’area rituale presentano alcuni elementi coreografici e musicali che narrano le loro gesta e le loro caratteristiche. Tali elementi possono essere riconosciuti nell’esecuzione delle musiche e danze di possessione per i due fratelli presentata nel video (con sottotitoli).
Tra i due, è soprattutto Min Lay, il minore dei due fratelli, ad essere più attivo nelle danze. In questo video, il famoso nat kadaw U Win Hlaing danza come Min Lay, estendendo il dito indice di entrambe le mani, a significare il grande potere che il nat possiede solo in quel dito. Anche in questo caso, il potere dei due spiriti viene sottolineato da elementi testuali presenti nel brano eseguito nel video:
Sfolgoranti e rilucenti [come] diamanti e oro
Sono meglio di chiunque altro
Allo stesso modo, i testi del brano eseguito nel video sottolineano i benefici che i fedeli possono trarre dalla positiva influenza dei due nat:
[Come] la marea, le tue ricchezze aumenteranno di migliaia di milioni
I due Fratelli che ti solleveranno / I colori [della tua] gloria, potere [e] orgoglio aumenteranno
Nel video, i testi esplicitati tramite i sottotitoli sottolineano come il potere spirituale dei due nat sia strettamente connesso con i benefici spirituali, ma anche con il successo finanziario ed economico, che i devoti dei nat traggono dal celebrare gli spiriti con le musiche e danze rituali dell’ensemble hsaing waing e del/della nat kadaw.