La Fototeca dell’Istituto di Storia dell’Arte possiede una serie di “ri-fotografie”, dagli esemplari esistenti nelle raccolte di Bernard Berenson presso la “Villa I Tatti” di Settignano, comprendente circa 28.750 fotografie, tutte gelatine in bianco e nero di dimensioni 10×10,5 cm, raccolte in 50 scatole, ordinate alfabeticamente per artista, suddivise per dipinti e disegni e recanti l’indicazione della quantità delle opere riprodotte.
Il fondo venne costituito a seguito dei gravissimi danni subiti dall’archivio fotografico della Fondazione Cini a causa dell’alluvione del 4 novembre 1966, grazie ad un amichevole accordo stipulato con “Villa I Tatti”.
Bernard Berenson nacque nei pressi di Vilnius, in Lituania, nel 1865. Con la sua famiglia si trasferì in America dieci anni più tardi: studiò a Boston e ad Harvard, dove si laureò nel 1887. Successivamente i viaggi in Europa lo persuadettero nella necessità di trasferirsi in Europa per l’approfondimento dello studio della storia dell’arte italiana. Prese dunque residenza in Toscana, a Settignano, dove rimarrà sino alla sua morte, nel 1959, dopo la quale la gestione della villa venne affidata alla Harvard University di Cambridge nel Massachusetts.
La parte preponderante dei suoi studi si concentra tra il 1892 e il 1909, sebbene importanti contributi e revisioni continueranno ad apparire nel corso degli anni successivi, fino al 1957.
In Rudiments of Connoiseurship del 1894 (ma apparso nel 1902) Berenson rivela i fondamenti del suo metodo di lavoro, fondato sull’analisi stilistica e filologica dell’opera d’arte, ritenuta l’elemento principale a cui affidarsi, affermando, nella tradizione che era stata di Giovanni Morelli, la superiorità dell’occhio sul documento. Tale metodo lo condusse all’elaborazione e al riordino dei cataloghi dei maestri del Rinascimento, anche di quelli in precedenza trascurati dalla critica. A lui dobbiamo, ad esempio, la riscoperta di un artista come Lorenzo Lotto, indagato nella monografia del 1895.
Egualmente fondamentali rimangono i suoi studi sui Pittori italiani del Rinascimento, quello sui Veneziani (apparso nel 1894) e quello sui Fiorentini (nel 1896), nei quali incomincia a farsi strada la celebre teoria dei “valori tattili”. Nello stesso 1896 Berenson diede avvio al monumentale studio sulla grafica degli artisti fiorentini (Drawings of the Florentine Painters), per molti versi rimasto insuperato.
Nel corso degli anni, come indispensabile strumento di studio, Berenson costituì un immenso archivio fotografico, con un’ampia documentazione soprattutto per gli artisti dei secoli XIII-XVI, alcuni dei quali individuati e riconosciuti per la prima volta dallo studioso stesso.
Tra gli scritti più significativi ricordiamo:
Venetian Painters of the Renaissance (New York, 1894/R 1895, 1897)
Lorenzo Lotto: An Essay in Constructive Art Criticism (New York, 1895/R 1901, rev. 3/London, 1956)
Florentine Painters of the Renaissance (New York, 1896/R 1900, 1909)
Central Italian Painters of the Renaissance (New York, 1897/R 1909)
Study and Criticism of Italian Art (1st series New York, 1901; 2nd series 1902; 3rd series 1916)
Drawings of the Florentine Painters (London, 1903/R Chicago, 1938)
North Italian Painters of the Renaissance (New York, 1907)
A Sienese Painter of the Franciscan Legend (London, 1909)
Sketch for a Self-portrait (London, 1919)
Three Essay in Method (Oxford, 1926)
Italian Painters of the Renaissance (Oxford, 1930/R London, 1952)
Italian Pictures of the Renaissance (Oxford, 1932, rev. London, 1957-68)
Aesthetics and History (New York, 1948)
Fondo Berenson
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