Sebbene i primi contatti documentati tra l’Istituto di Storia dell’Arte e Walter Gernsheim risalgano al 1954, è solo nel 1958 che avviene la sottoscrizione da parte dello stesso Istituto all’abbonamento del Corpus photographicum of Drawings, progetto che Gernsheim realizzò con l’assistenza della moglie Jutta Lauke.
La collaborazione instauratasi su suggerimento di Alessandro Bettagno (1919-2004), allora segretario dell’Istituto di Storia dell’Arte, con il dottor Walter Gernsheim – che consisteva da una parte nel facilitare Gernsheim ad accedere alle principali collezioni veneziane e dall’altra nel fornire materiali utili ad arricchire la fototeca da poco costituita a San Giorgio – era in linea con gli interessi verso la grafica coltivati dall’Istituto e sfociati nelle prime mostre di disegni allestite presso la Fondazione. Mosso dai medesimi interessi, lo storico dell’arte tedesco voleva offrire, attraverso la documentazione fotografica dei disegni conservati nelle raccolte di istituzioni, musei e biblioteche europei ed americani, un efficace strumento di studio.
Dal 1968, su richiesta dell’allora direttore dell’Istituto Giuseppe Fiocco (1884-1971), si procede anche al “recupero per acquisto di tutte le fotografie di disegni di maestri veneti riprodotti (…) in tanti anni di benemerita attività”, con l’acquisto dei back numbers con i fondi stanziati dal CNR.
Nel 1972 l’abbonamento al Corpus photographicum veniva sottoscritto solo parzialmente, limitandosi alle fotografie dei disegni di scuola italiana.
La raccolta conservata presso la Fototeca dell’Istituto di Storia dell’Arte riunisce circa 25.250 fotografie, dunque solo una parte, per quanto significativa, dell’intero Corpus photographicum of Drawings, che è costituito da circa 175.000 immagini. Le fotografie, tutte gelatine in bianco e nero montate su schedone, sono ordinate topograficamente nell’apposita sezione di grafica della Fototeca.
Utile strumento per la consultazione del materiale sono gli indici, elenchi dattiloscritti conservati in undici album numerati e che presentano più voci, quali ad esempio l’ubicazione e le misure del disegno riprodotto, nonché, attraverso una sigla, la tecnica utilizzata dall’artista. L’album IX è riservato ai back numbers.