Renzo Biasion, Veduta dell’Acropoli di Atene, acquerello su carta
Renzo Biasion, Veduta del Licabetto dell’Acropoli di Atene, sanguigna su carta da pacchi
Renzo Biasion, Bambino con bretelle, inchiostro su cartoncino
Renzo Biasion, I° Campo di raccolta – Fortezza di Creta, prima di consegnare le armi ai tedeschi (Soldato che dorme con elmetto e cappotto), inchiostro su carta
Renzo Biasion, Studio per il Manifesto del soldato che canta, matita su carta
La raccolta Biasion si compone di settantatre disegni, eseguiti dal pittore e scrittore Renzo Biasion (Treviso, 1914 – Firenze, 1996) negli anni che lo videro impegnato al fronte, dapprima con il grado di sottotenente di fanteria durantela Campagnadi Grecia (1940-1941), infine come prigioniero deportato in Germania e in Polonia, in un arco cronologico compreso tra il 1941 e il 1944.
Questi fogli sono gli unici esemplari che il pittore trevigiano fu in grado di preservare nel corso del secondo conflitto mondiale e che decise di donare personalmente alla Fondazione Giorgio Cini nel 1989. Alle immagini di soldati al fronte, sorpresi dal segno rapido della penna e della matita in attimi di sospensione temporale in cui risalta la compassione per l’essere umano e la sacralità della vita stessa, si alternano i ritratti di bambini, uomini e donne cretesi, incontrati durante quei giorni in cui premeva “la noia delle attese interminabili, nel tempo che non scorre” (Biasion, Tempi Bruciati, 1948); non meno intensi ed evocativi sono i paesaggi dell’Isola di Creta: vedute di città, coste, porti, campagne, tra le quali spicca l’acquerello dal titolo Atene zona degli angeli, ove l’Acropoli sembra smaterializzarsi tra i rapidi tocchi dalle tinte chiare, che evocano le luci del Mediterraneo. Per giungere infine ai drammatici giorni della prigionia vissuti nei campi di concentramento di Meppen, Biala Podlaska e Norimberga, restituiti nei disegni e negli acquerelli del biennio 1943-44, ove entro intelaiature grafiche dal segno nero, che sottolineano il disperato grigiore delle baracche, le tinte si fanno più scure e timbriche, dal forte sapore espressionista.
Nel 2004, in occasione della mostra promossa dall’Istituto di Storia dell’Arte Ricordi di guerra e di prigionia. I disegni di Renzo Biasion della Fondazione Giorgio Cini presso la Galleria di Palazzo Cini a San Vio, è stato pubblicato il catalogo che presenta l’intera raccolta, suddivisa in quattro sezioni tematiche: il fronte greco-albanese, la Grecia continentale, Creta e la prigionia a Meppen, Biala Podlaska e Norimberga.
“Ieri mi sono messo a disegnare. Seduto per terra ho tentato di rendere questa atmosfera del campo, desolata. Il susseguirsi dei pali, le torri di vedetta, il grigio putrido di ogni cosa. Quel senso di marciume e di avanzo di gavetta che regna ovunque, e ombre che s’aggirano senza pace, come alla ricerca di cose introvabili. E questo cielo così basso, così pesante, da schiacciare quasi le baracche. E il senso, al di fuori, di una campagna che preme nuda e sterminata. E la noia delle attese interminabili, nel tempo che non scorre, e di una lontananza immensa. Tutto ciò ho tentato di realizzare dando risalto alla fila dei pali con la torre di vedetta in fondo e popolando il disegno di ombre curve ed infreddolite, tutte uguali al fine di rendere la piatta uniformità della nostra disperazione. Ma non sono riuscito nel mio intento e ho strappato il disegno ancor prima di finirlo.” (Renzo Biasion, annotazione risalente al 1 novembre 1943)