Libretto: Giacinto Andrea Cicognini – Giovanni Filippo Apolloni
Musica: Francesco Cavalli – Alessandro Stradella
Edizione in facsimile della partitura ed edizione dei libretti a cura di Nicola Usula; saggi introduttivi di Fausta Antonucci, Lorenzo Bianconi e Nicola Usula.
«Drammaturgia musicale veneta», 3
Ricordi, Milano, 2013
Approdato a Colco con gli argonauti, Giasone, invece di arrischiarsi alla conquista del Vello d’oro, frequenta nottetempo la regina Medea, che con i suoi poteri magici lo aiuterà nella perigliosa impresa. Senonché su quelle remote sponde è sbarcata anche Isifile, regina di Lemno da lui precedentemente sedotta e ingravi- data: di qui prendono le mosse le peripezie più amorose che eroiche del Giasone di Giacinto Andrea Cicognini e Francesco Cavalli (Venezia1649), l’opera più divulgata e acclamata del Seicento. Nella lunga traiettoria della fortuna teatrale di questo dramma per musica, più di vent’anni dopo la première veneziana, s’incon- tra una versione ritoccata nel testo e nella musica da Giovan Filippo Apolloni e Alessandro Stradella (Roma 1671), intitolata Il novello Giasone, la cui partitura ritrovata a Siena è ora offerta in facsimile in questo terzo numero della «Drammaturgia musicale veneta». Nel primo dei due saggi introduttivi, Fausta Antonucci e Lorenzo Bianconi ricostruiscono il bizzarro mosaico di fonti classiche e drammi spagnoli moderni (Lope de Vega) che si cela dietro il sincretismo del beffardo libretto di Cicognini. Nel secondo saggio, Nicola Usula illustra partitamente la ratio degli interventi effettuati dai rimaneggiatori romani sull’opera di Cavalli, offrendo in più l’edizione sinottica dei libretti del Giasone relativi alla primissima edizione del 1649 (finora inedita) e alla ripresa romana del 1671.