(available in Italian only)
Nel Medio Evo,
Marco Polo con la sua testimonianza ripropose all’Occidente il mondo
fascinoso e inquietante della Cina e dell’India, e, dopo di lui,
numerosi altri viaggiatori lasciarono interessanti documentazioni dei
loro viaggi in quelle realtà così lontane.
Se l’autore del Milione ci ha
lasciato una descrizione dell’India (e della Cina) in chiave di
“meraviglioso”, in un atteggiamento di apertura verso l’“altro da sé”,
riscontrabile, ad esempio, nei giudizi positivi espressi sui brahmani,
con il passare dei secoli si assiste a un progressivo aumento delle
incomprensioni – come sottolinea Alessandro Grossato nel suo Navigatori e viaggiatori veneti sulla rotta per l’India – Da Marco Polo ad Angelo LegrenziLeo
S.Olschki, Firenze 1994)- arrivando con Angelo Legrenzi, alla fine del
Seicento, alla vera e propria denigrazione sistematica della cultura e
della civiltà indù, una “diabolica setta” idolatra formatasi
addirittura “fin al principio della Creazione del Mondo dalli figli di Cain, adorando chi il Sole, la Luna e le Stelle”, in una cornice di lugubri ossessioni sataniste.
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